Magazine Lifestyle

Amare se stessi

Creato il 11 aprile 2014 da Fedesku
Nell’ “Arte di amare“ Erich Fromm dice espressamente che “non si può amare una persona senza conoscerla”. Il principio vale anche quando si parla di amore per se stessi. Conoscere davvero una persona, spiega Fromm, vuol dire avere chiari i suoi pregi, i suoi difetti, le sue zone d’ombra e accettarla con tutto il bagaglio che si porta dietro. Dobbiamo provare a fare la medesima cosa con noi stessi: riconoscere e amare i nostri punti di forza ma accettare anche le debolezze e le piccole viltà. Non cediamo alla tentazione di rimuoverle o negarle per non vederle. La sensazione di centralità rispetto alla vita, che è quella che ci fa stare bene, è un mood esistenziale e alla portata di tutti. Infatti ciascuno di noi, per forza di cose, è un soggetto al centro di un mondo: il proprio. La cosa che più di tutte aiuta a sentirsi centrali è impegnarsi a fondo in ciò che si fa, sia che si tratti di lavoro, di studio, di sport o di volontariato. Prendere le cose sul serio giova moltissimo al nostro io e anche alla reputazione esterna. All’impegno però deve essere associato il rispetto per le altre persone, perché gli affetti, le amicizie, i successi non sono mai solo frutto del caso.  Oltre a conoscerci e accettarci, se vogliamo volerci bene, dobbiamo darci da fare anche per migliorare, non solo dal punto di vista estetico o professionale. Il vero miglioramento riguarda l’interiorità, l’empatia, l’intelligenza emotiva: in altre parole, le abilità relazionali. Per sentirsi al centro, più che un grosso io fa gioco infatti averne uno solido. Ma è all’interno delle relazioni significative che l’io acquista solidità e tenuta. Noi tutti, infatti, esistiamo perché inseriti in un sistema di relazioni, ed è fondamentale avere le abilità per coltivarle e curarle. Per affinare queste capacità dobbiamo, in particolare, esercitarci all’ascolto: di ciò che arriva dagli altri e, anche, delle nostre emozioni più profonde. Il miglior esercizio è proprio imparare a comprendere che cosa ci dicono la paura, la noia, la rabbia, il disgusto, registrare il messaggio di queste emozioni anche quando le circostanze e le norme sociali ci impongono di ignorarlo esternamente. Cerchiamo di darci consigli buoni e spassionati, come faremmo con una sorella o un’amica. Se ciascuno di noi riuscisse a vedersi come la propria migliore amica, in fondo, il gioco sarebbe già fatto.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog