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(Amare Tradire: Quasi un apologia del tradimento, di Aldo Carotenuto

Da Silvy56
(Amare Tradire: Quasi un apologia del tradimento, di Aldo Carotenuto
«Nell’amore più grande della nostra vita l’esperienza della separazione o del tradimento si presenta veramente come un “colpo al cuore” e tale si percepisce nel corpo, oltre che nell’anima. Quando ci sentiamo abbandonati dalla persona amata, sviluppiamo una serie di sintomi fisici, anche se non sempre siamo consapevoli della connessione che li lega alla nostra devastata situazione psichica. Talvolta è proprio il dolore soffocato e rimosso, a livello cosciente, che si palesa in un disagio del corpo. Sembra quasi che il traditore, dopo averci abbandonato, disporrà anche di un “Io ausiliario”, il nostro Io, che ci ha rubato. In questo modo il traditore viene vissuto dal tradito in maniera ossessiva e persecutoria, ed è molto importante recuperare invece un rapporto con la realtà, recupero per il quale appare necessaria una vera forza dell’Io, un Io non nutrito dalla dipendenza. In caso contrario eleggeremmo il traditore a parassita della nostra vita, diventeremmo gli artefici di un vittimismo dilagante che ci serve, paradossalmente, proprio per non cambiare, per non prendere mai veramente cura di noi stessi. […] Spesso il tradito da tempo presagiva il dramma, ma aveva bisogno di negarlo perché aveva investito tutto sull’altra persona. Il mondo è pieno di queste ‘telenovelas’ in cui “amare” è parola abusata: “legare” si vuole, legare l’altro, mani e piedi, al nostro sogno narcisistico.»

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