Correre dietro ad un treno che sta per partire, “perdersi al telefono” per parlare del tempo che fa, attendere il verde, incolonnati al semaforo: tra i ritagli della vita quotidiana gli Amari cantano Il tempo più importante, quello rimasto per amare. È questo il titolo del primo singolo che ha anticipato l’uscita di Kilometri, ultima fatica della band in vendita dal 22 gennaio. Gli Amari, gruppo storico della recente scena musicale italiana, venerdì scorso hanno presentato, con un concerto dal vivo, il loro nuovo album attraverso le onde di Radio Popolare e davanti ad un caloroso pubblico, giunto ad accoglierli all’Auditorium Demetrio Stratos a Milano. Dopo poco più di tre anni di silenzio dal CD anglofono Poweri, che è valso al gruppo anche qualche passaggio in BBC, Dariella, Pasta e Cero (non presente al concerto perché febbricitante) sono tornati più maturi. Hanno deviato dalla sperimentazione alla quale si erano dedicati nel passato e si sono concentrati sulle note accordandole alle parole, pesate e misurate. Espressioni che si fanno violente e senza filtri, in frasi come “Ti hanno detto che ero stronzo da bambino” ne La ballata del bicchiere mezzo vuoto e si trasformano in docili e concilianti nel lancio de Il cuore oltre la siepe. Il disco è stato in gestazione per due anni, sin dal 2010, tra Milano e il Friuli, e poi è stato registrato a Città di Castello, nel cuore dell’Umbria, negli studi di Leonardo “Fresco” Beccafichi. È un album fatto dai chilometri, dai centimetri usati “per scrivere di viaggi leggendari”: uno spazio legato a doppio filo ad altro tema caro agli Amari, quello del tempo. “Ed i kilometri saran solo kilometri, soltanto numeri in fila tra noi due”, cantano nel brano che dà il titolo all’album: spazio e tempo si intrecciano romanticamente nel racconto di un amore separato. Nel disco troviamo anche il tempo dell’incessante attesa di qualcosa che forse non arriverà mai, il tutto avvolto nella nostalgia del passato di Aspettare, Aspetterò.
Il concerto è stato anche l’occasione per fare un salto indietro, agli Amari di Le gite fuori porta, arrangiato acusticamente per l’occasione, attraversando Campo minato, replicata alla fine della diretta per i fedeli sostenitori. Gli Amari sono quelli che cantavano nel 2007 “Mi sono innamorata di te perché ami le mie cose come fossero un giardino e tu guardiano delle rose ti addormenti qua vicino” (Arpegginlove) o che raccontano la Berlino silenziosa. La band nata nel ’97 ha subìto numerosi cambiamenti nella composizione e nel genere proposto al pubblico. Partorita dall’hip hop per mano di Pasta e Dariella, ai quali dopo qualche tempo si è unito il bassista Cero, raggiunge il successo nel 2000 con la vittoria delle selezioni regionali per Arezzo Wave. Nel tempo assaggiano un misto di musica elettronica e post-rock, raggiungendo punte di indie rock per approdare ora al pop. Kilometri è un disco che merita di essere guardato e ascoltato da diversi punti di vista per riconoscerne le varie sfumature che lo compongono, odorando la gente conservata tra le parole. Radio Popolare coltiva i talenti del giovane ambiente musicale italiano, ospitando periodicamente gruppi emergenti per farli scoprire al pubblico. Da trentasei anni nel panorama delle frequenze italiane ha un altro modo di fare informazione, cultura e intrattenimento, un modo che vale la pena di sostenere.
Fotografie di Fabio Cussigh