Non mi è rimorso il volontario
esilio, la cernita sospesa
tra l’amore che nega il sangue
e l’amore che annega nel sangue.
Non qui sta il filo della trama;
qui non richiama della memoria
il tarlo: grava la vita solitaria
non altro che in evanescente compagnia.
Amore, compenetrante amore, amore
che non lascia alternativa: tu
non mi sei mai appartenuto, io
non ti son mai appartenuto.
Amore vagheggiato, enucleato,
amor di rullo armato, amar
padrone: mi sorprendi prono,
ma fermo nel distacco.
L’arbitrio di quale buco nero
stabilì l’unità di misura
per la siderale distanza
della mia inappartenenza?