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Ambientazione tra fantasia e realtà: dubbi e considerazioni

Da Anima Di Carta
Ambientazione tra fantasia e realtà: dubbi e considerazioniQuesta settimana non ho nessun suggerimento da darvi su argomenti di scrittura, ma piuttosto ne chiedo uno a voi visitatori di questo blog, come appassionati di scrittura ma anche e soprattutto in quanto lettori.
Il mio romanzo si sta avviando verso la parte finale e io sto cominciando a pormi alcuni quesiti sull'ambientazione.
In verità i miei dubbi non riguardano solo la storia che ho in corso di scrittura, ma anche la precendente (completata ma ancora inedita): in entrambe ho scelto un'ambientazione di fantasia, con luoghi inesistenti, totalmente inventati nei nomi, nelle descrizioni e nei dettagli. Mi è sembrata una scelta naturale, anzi direi obbligata, in quanto questi stessi luoghi hanno caratteristiche speciali, diciamo paranormali, e molto specifiche. Dunque, non avrei potuto collocare la storia in un posto realmente esistente.
Ho cercato di rendere il più possibile realistici questi luoghi, basandomi per le loro descrizioni su zone che conosco bene, perché ovviamente non si tratta di un mondo fantastico (dove tutto è più meno lecito), ma solo di fantasia. Il risultato dunque è stato una mescolanza di fantasia e realismo.
Ora, però, comincio a chiedermi quanto peso abbia in una storia il totale realismo dell'ambientazione, nel caso non si tratti di romanzi fantasy. Un lettore può restare poco coinvolto da un luogo credibile ma non davvero esistente?
Mi rendo conto che il fascino di molte storie contemporanee risiede proprio nell'ambientazione e quindi ho cominciato a pensare di fornire coordinate più precise, magari basate su una zona in Italia che abbia più o meno le caratteristiche descritte nella mia storia, però non so se questo sarebbe sufficiente o finirebbe per rendere solo ridicolo l'accostamento reale/inventato.
I miei dubbi nascono anche dal fatto che personalmente (come lettrice) non amo molto le ambientazioni fantastiche. La mia opionione è che quando si inventa un luogo che fa parte di questo tempo e questo mondo, si debba badare comunque alla verosimiglianza con qualcosa di conosciuto e arricchire la scrittura di quei dettagli necessari perché l'illusione della verità risulti meglio.
Ma è lecito mescolare fantasia e realtà? E fino a che punto?
E quanto di questo può infastidire un lettore?
Voi cosa ne pensate?
Anima di carta

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