"Il Ministero dell'Ambiente, si fa complice e corresponsabile, insieme a Regione Puglia e Acquedotto Pugliese di un grave reato contro l'ambiente". E' quanto dichiara Francesco Cariello, deputato del M5S, commentando la risposta del ministro dell'Ambiente a una interrogazione in commissione sulla costruzione di una condotta sottomarina nell'area naturale di Torre Calderina per lo scarico delle acque reflue. Per il ministro tale impianto sarebbe la soluzione dei problemi ambientali della stessa area.
"Le acque reflue dei quattro depuratori che servono i comuni di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo e Terlizzi - osserva il deputato - dovrebbero, secondo il progetto, arrivare a questo impianto di pompaggio da costruirsi sul litorale e da qui, attraverso una condotta sottomarina, essere sversati in mare a circa due chilometri al largo delle coste. Ma sono proprio i quattro depuratori il vero problema poiché si tratta di quattro impianti più volte sequestrati dalla magistratura per inosservanza della normativa vigente per via degli scarichi sul suolo e in mare di liquami misti a tensioattivi e solidi in sospensione che inquinano il suolo coltivato dei cinque comuni coinvolti".
"Il problema è dunque a monte - sottolinea Cariello - e la soluzione consiste nell'adeguare gli impianti di depurazione già esistenti. Ciò permetterebbe, inoltre, il riutilizzo agricolo delle acque reflue depurate, come già avviene nella città di Bari".
I deputati pugliesi del gruppo M5S hanno firmato e depositato un'interrogazione a risposta scritta al Ministro dell'Ambiente per chiedere un'urgente verifica della compatibilità del progetto della condotta sottomarina con il sito di interesse comunitario della Posidonia Oceanica San Vito, nonché con l'istituenda area marina protetta Grotte di Ripalta-Torre Calderina.