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Ambiente: cosa possono fare i media?

Creato il 23 settembre 2015 da Alessandro Zorco @alessandrozorco

Era un lunedì, quel 18 novembre 2013. Una pioggia torrenziale, 400 millimetri caduti con violenza in sole ventiquattr'ore, ha praticamente distrutto mezza Sardegna. Dall'oristanese, Uras e Terralba, alla zona di Olbia, un fiume di fango ha sommerso case e strade causando morte e devastazione. Con un tragico bilancio di 19 vittime e migliaia di sfollati che hanno perso tutto, il cataclisma che i meteorologi avevano chiamato "Ciclone Cleopatra" ha fatto danni incalcolabili per il territorio isolano, quantificati successivamente in quasi 600 milioni di euro.

Per ricordare quel tragico 18 novembre 2013 e per discutere sul ruolo determinante dei mass media nel raccontare e soprattutto nel prevenire queste catastrofi si terrà - da venerdì 16 a domenica 18 ottobre in una tre giorni che si snoderà tra Olbia, Tempio e Porto Cervo - il convegno su " Informazione e Tutela dell'Ambiente" organizzato dall'Ucsi, l' Unione dei Giornalisti Cattolici, in collaborazione con la Fondazione Banco di Sardegna.

Ambiente: cosa possono fare i media?

La catastrofe del 18 novembre di due anni fa - che sarà rivissuta attraverso alcuni filmati girati in quei giorni dai giornalisti Paolo Mastino e Nicola Pinna e il racconto dell'inviato de La Nuova Sardegna Pier Giorgio Pinna - è sicuramente stata, insieme all'alluvione di Capoterra del 22 ottobre 2008, un impegnativo banco di prova per i media isolani, oltre che la punta di un iceberg, vista la situazione di gravissimo rischio idrogeologico che interessa gran parte della Sardegna.

Stando ai dati più recenti del ministero dell'Ambiente, infatti, attualmente 306 su 377 Comuni sardi sono ad elevata criticità per rischio idrogeologico e oltre 280 chilometri quadrati di territorio sardo sono a rischio di inondazione.

Giusto per dare qualche altro numero: finora in Sardegna sono state censite ben 1.523 frane che hanno interessato una superficie complessiva di circa 1471 chilometri quadrati, pari a circa il 10% del territorio isolano, 300 ponti stradali potrebbero non reggere alle precipitazioni sempre più intense che si stanno abbattendo sulla Sardegna e - dulcis in fundo - sono addirittura 128 le aree urbanizzate costruite - spesso in maniera criminale - negli alvei dei fiumi.

Numeri drammatici che si traducono in un triste primato: con 41 morti dal 1960 ad oggi la Sardegna è la sesta regione in Italia per le morti a causa delle alluvioni.

Ecco che i media hanno un ruolo determinante, non soltanto nel fare la cronaca postuma di questi avvenimenti, ma soprattutto nel prevenirli, denunciando gli abusi e dando notizia delle soluzioni possibili per la messa in sicurezza del territorio.

Media e tutela dell'ambiente

Questo è il programma dettagliato del convegno sui media e l'ambiente che inizierà venerdì 16 ottobre alle 16,30 ad Olbia. Dopo i saluti del sindaco Gianni Giovannelli è prevista la relazione del presidente nazionale dell'Ucsi Andrea Melodia ( Una completa e obiettiva informazione ambientale esigenza vitale per l'uomo). I lavori, coordinati dal presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Sardegna Francesco Birocchi, proseguiranno con la relazione del Direttore nazionale della Protezione Civile Fabrizio Curcio ( Cultura, proiezione ed educazione ambientale, collaborazione tra istituzioni e mondo dell'informazione) e gli interventi dell'assessore regionale all'Ambiente Donatella Spano, ( Politiche regionali per una cultura dell'ambiente e per la tutela ambientale), del Vescovo di Tempio-Ampurias Mons. Sebastiano Sanguinetti ( La Chiesa per l'Ambiente) e del presidente della Fondazione Banco di Sardegna Antonello Cabras che illustrerà le iniziative e i programmi di solidarietà avviati dalla fondazione.

Sabato 17 ottobre (inizio ore 9,30), nella sede dell' Istituto Euromediterraneo di Tempio, dopo i saluti del sindaco di Tempio Andrea Biancareddu e del presidente dell'Istituto Euromediterraneo don Raimondo Satta, Aldo Natale Ferrin, professore di Fenomenologia della Religione, terrà una prolusione all'inaugurazione dell'anno accademico 2015-2016 dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose della Diocesi di Tempio Ampurias dal titolo: Ecologia, dimensione sacrale dell'ambiente nella "Laudato si".

Dopo il racconto del 18 novembre 2013, Il giorno dell'ira, del giornalista della Nuova Sardegna Piergiorgio Pinna, sono previsti gli interventi di Paolo Fois, docente di Diritto Comunitario all'Università di Sassari, Mimmo Vita, giornalista esperto di agricoltura e presidente dell'Unaga (Unione Nazionale Associazioni Giornalisti Agricoltura Alimentazione Ambiente Territorio Foreste Pesca Energie Rinnovabili) e il racconto di don Theron Casula, parroco della parrocchia olbiese di San Michele Arcangelo che, nei giorni dell'alluvione, è stata una vera e propria centrale di carità e di solidarietà.

In serata, alle 16,30, è prevista una interessante relazione sull'incuria, lo spopolamento e l'abbandono del territorio sardo tenuta dal professor Angelo Aru, docente di Scienza della Terra all'Università di Cagliari. Prima del question time conclusivo, è previsto il contributo dei rappresentanti del gruppo Resemina che sta sperimentando in Sardegna l'uso della pianta del Vetiver per la messa in sicurezza, la tutela e la bonifica del territorio.

Il convegno su media e ambiente si concluderà domenica mattina, 18 ottobre, a Porto Cervo dove sarà discusso e approvato dall'Ucsi il documento finale su " Informazione e tutela dell'Ambiente" e dove alle 11 il parroco della chiesa Stella Maris don Raimondo Satta celebrerà la Santa Messa.


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