Ambiente, sacchetti di plastica e sporte di tela fai da te

Creato il 08 giugno 2012 da Topogina
Post pubblicato la prima volta in data 6.1.12

Lavoro al sicuro per i produttori dei sacchetti o mare inquinato dal petrolio? Sono queste le uniche alternative?

Bimbo che fa il bagno nella spazzatura in Jakarta


Mi riallaccio al mio post precedente Sacchetti Biodegradabili – Ambiente, WWF e la Polemica fra Legambiente e il Governo Monti per fornire un breve approfondimento a mo’ di Marzullo “Si faccia una domanda, si dia una risposta” sul tema.
Q:  Perchè la norma sui parametri di biodegradabilità dei sacchetti di plastica non appare nel decreto milleproroghe? A: Il Governo ha fatto marcia indietro perchè ha ricevuto molte lettere e email da persone che si lamentavano del fatto che se il progetto fosse andato in porto, avrebbero perso il lavoro.

Foca che rischia lo strozzamento


Q: Quali sono i vantaggi e svantaggi di questa mossa? A: Secondo alcuni, chi ci guadagna sono le piccole imprese, specie quelle del nord Italia, che non hanno fatto niente per l’intero 2011 per adeguarsi alle scelte del Governo (quando i sacchetti sono stati vietati), non hanno acquistato nuovi macchinari nè modernizzato quelli esistenti e non se ne sono preoccupati più di tanto. Infatti sanno che in Italia si fa un passo avanti e due passi indietro.
Gli svantaggi? Niente di preoccupante! Solo che il mare e l’ambiente in generale restano inquinati e continuano a sporcarsi sempre più, noi facciamo ancora il bagno in mezzo alla simpatica plastica (alias petrolio), gli animali muoiono soffocati a causa delle striscioline e pezzetti di plastica inghiottiti. Se ne  trovano in abbondanza in natura, nelle zone verdi, nei parchi e in montagna, sulle foci dei fiumi (formano addirittura dighe) e in mare.

Bambini che giocano sulla spiaggia

Voi mangereste il pesce pescato in questo mare? Forse gia' lo fate...


Q: Cosa dicono i piccoli imprenditori a riguardo? A: Il portavoce di questa categoria di piccole e medie aziende che hanno deciso a priori e nonostante il decreto emanato a gennaio 2011 di non adeguarsi alle normative introdotte dal Ministero per l’Ambiente si chiama Maurizio Paratore, della Camar Plast. Paratore ci informa che le aziende sono piccole e non ce la fanno e che se i parametri di biodegradabilità fossero andati in porto non avrebbero potuto riaprire le loro fabbriche a gennaio. Afferma inoltre che i piccoli negozianti non vogliono la bioplastica e che piuttosto passeranno ai sacchetti di carta. Certo, i produttori devono soddisfare le richieste dei loro maggiori clienti. 

Albatros morto a causa dell'ingestione di plastica

Questo gufo non puo' volare


E io dico: ma chi se ne frega di cosa vogliono i piccoli negozianti? Ciò che conta è salvare l’ambiente e smettere di vomitare rifiuti inquinanti sul “piatto in cui mangiamo” e cioè il territorio che ci ospita.
Q: Qual’ è la soluzione ? A: Il Governo e il Ministero dell’Ambiente avrebbero dovuto calcolare meglio i rischi collaterali prima di introdurre tale direttiva, invece di farla passare e dopo un anno mettersi a rivedere i criteri di compostabilità e dissolvenza per far sì che 20.000 persone non perdano il lavoro. Voi penserete che “col senno di poi siamo tutti bravi”. Ammetto che avete ragione, però siamo ancora in tempo per rimediare. Se è vero che i produttori di sacchetti velenosi per l’ambiente non possono permettersi di cambiare i loro macchinari, che sia lo Stato ad aiutarli attraverso finanziamenti.

Campione d' acqua dell' Oceano Pacifico


Q: Cosa sta facendo il Governo Monti a riguardo? A: A parte aver “dimenticato” di inserire la norma nel millepropoghe, confermare poi tramite stampa che i sacchetti sono ancora vietati, accettare tacitamente che la maggior parte dei produttori di buste continui a sfornare  “macchine di morte”, il nostro Premier ha pensato bene di tagliare i finanziamenti al Ministero dell’Ambiente e di destinare al campo ambientale solo lo 0,7% del totale della manovra, passando da 5,653 miliardi di euro nel 2010 a 43,687 milioni nel 2011 (dati WWF).

Donne in India che rovistano tra la spazzatura pescata in cerca di qualcosa da vendere (credit A.S.Lobo)


Q: Cosa possiamo fare noi?
  • Usare solo borsette biodegradabili multiuso o di carta, utilizzare sporte di tela, di cotone, paglia, le retine, cestini e trolley che non danneggiano l’ambiente.
  • Portarsi la sporta da casa, tenetene sempre una o due in borsetta o in macchina. Piegatele bene così non occuperanno tanto spazio.
  • Non vergognatevi di tirare fuori le vostre borsette arrivati alla cassa. Sono le persone che ancora usano i sacchetti di plastica che si devono vergognare, non voi!
  • Create delle sporte di cotone o jeans e magari personalizzatele a vostro piacimento. Se vi ci affezionate, sarà più difficile dimenticarle a casa. Regalatele anche alle vostre amiche che non sanno cucire.
  • Usate le scatole di cartone che trovate al supermercato e arrivati a casa riciclatele correttamente. Potete chiedere alla cassa, le commesse sono sempre contente perchè significa meno lavoro per loro. 


 

Sporta di tela riutilizzabile mille volte


Per alcune idee originali, visita la pagina 10 tutorial per cucire una borsa di stoffa sul sito di mammafelice.it ma anche:
  • Video per creare una borsa usando un pareo sul sito DeAgostini
  • Video per fare una tuta che diventa borsa sul sito DeAgostini
  • Istruzioni per creare e personalizzare le vostre sporte di stoffa sul sito DeAgostini
  • Borsa realizzata con una maglietta
  • Borsa fatta usando un vecchio paio di jeans
  • Personalizza la tua borsa

Approfondimenti: - Leggi l’articolo Il testo del milleproroghe sul sito di ilsole24ore.com - Leggi l’articolo Sacchetti biodegradabili contro buste di plastica: la norma sparisce dal decreto Milleproroghe sul sito di ambiente.liquida.it - Leggi l’articolo Ambiente e Inquinamento – Tagli del governo e Apocalisse sul mio blog - Leggi l’articolo Sacchetti di plastica, il giallo del Milleproroghe sul sito di guidambiente.it

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