La prefazione di Chiara Valerio, con il suo richiamo ai frammenti di vita intercettati sugli autobus e poi improvvisamente interrotti ad una fermata, è la spiegazione perfetta di ciò che ci aspetta aprendo un libro di racconti di Raymond Carver.
L’analogia calza a pennello perché l’episodio captato di sfuggita tra una fermata e l’altra, rivela una situazione che in sé può essere insignificante, qualora la cosa finisca lì, ma spesso accade che la vera sostanza sia nel non udito.
Infatti quelle poche parole innescano un immaginario che porta ciascuno di noi, dunque ciascun lettore, a visualizzare un mondo in parte uguale, in parte diverso, a seconda delle sensibilità e delle esperienze personali.
Si tratta della sostanza del pensiero minimalista che in realtà racchiude la chiave nascosta, ma non troppo, che apre ad un contenuto enorme.
È il mondo nel quale viviamo.
Si parte da un episodio e da lì si sviluppa mentalmente prima un contesto che contiene quel determinato episodio, poi una quotidianità in cui inserirlo ed infine un’idea di ciò che l’episodio rappresenta, compreso tutte le conseguenze varie ed eventuali che ne potrebbero derivare.
In realtà nulla di tutto ciò noi abbiamo udito e nulla di tutto ciò viene scritto da Carver.
Resta il fatto che la situazione raccontata in dettaglio porta inevitabilmente il lettore a costruire un contorno ed una realtà in cui inserirla.
Carver fornisce tutti gli indizi affinché tale realtà sia quella da lui rappresentata e lo fa descrivendo oggetti, paesaggi e piccoli trucchetti letterari che guidano verso la direzione giusta.
Due cose sono importanti per lui:
l’accuratezza letteraria e il linguaggio comune.
Scrivi di cose che conosci è il mantra da seguire e la regola è che l’importante è in quel che non si vede.
Una antologia di racconti corredata da una poesia, che ha ispirato il regista Robert Altman portandolo alla realizzazione dell’omonimo film.
America oggi è prima di tutto un libro da leggere non tutto in una volta.
Racconto dopo racconto bisogna lasciare il tempo necessario alla mente per creare il contesto più realistico, possibilmente senza farsi condizionare troppo dalle proprie esperienze.
Alla fine, poco per volta prenderà forma la cosiddetta Carver County, vale a dire quella immaginaria contea che rispecchia un mondo perfettamente reale che altro non è se non una certa America popolare fatta di difficoltà economiche, di persone che fumano e che bevono, di mancanza di entusiasmo, dei piccoli problemi di tutti i giorni che però sembrano più grandi di quanto non siano veramente, oltre poi a tutta una serie di oggetti di uso quotidiano che alla fine compongono un quadro ben chiaro.
Molto interessante poi risulterà il confronto con il mondo portato sullo schermo da Altman ed una eventuale discussione in merito.
Tempo di lettura: 3h 43m