Produzione: FXOrigine: UsaAnno: 2011Episodi: 12
La trama (con parole mie): la famiglia Harmon, per cercare di ricostruire i rapporti che legano i suoi membri dopo una crisi coniugale vissuta da Ben e Vivien decide di trasferirsi in California, acquistando a Los Angeles una casa magnificente ad un prezzo stracciato senza sapere che, in realtà, la stessa è più infestata della camera di Regan in L'esorcista.
Sarà l'inizio di una vera e propria sarabanda di incroci tra passato e presente che vedrà i coniugi, la loro figlia maggiore Violet ed il bambino in arrivo affrontare le loro paure nonchè le presenze inquietanti legate alle vittime che la casa ha mietuto nel corso dei decenni, dalla Dalia Nera alla coppia gay che occupò l'abitazione poco prima di loro.
Il tutto senza contare la molto presente vicina Constance, la sua invadente figlia Adelaide e l'inquietante Tate, che finirà per innamorarsi, ricambiato, di Violet.
A volte capita di doversi ricredere, in merito ad una serie tv, e a fronte ad un pilota molto esaltante o deludente giungere al termine della stessa con un'opinione completamente differente da quella di partenza.
A volte no.
American horror story, seguitissima ed ammirata come una delle proposte più interessanti ed avvincenti del 2011 del piccolo schermo si è confermata, dalle parti di casa Ford, come una delle più confusionarie, trite, ritrite, poco spaventose ed assolutamente inutili visioni dell'anno.
E così, come bottigliai selvaggiamente il primo episodio lo scorso ottobre, mi ritrovo ora, a stagione conclusa - e soltanto perchè a Julez non dispiaceva la visione, dato che fosse stato per me non sarei andato oltre il suddetto pilot - a randellare con un certo piglio gli autori e l'opera in toto, incostante e caotica come soltanto un prodotto privo di sceneggiatori validi può essere: neppure nei momenti in cui pareva che tutto potesse prendere una piega finalmente interessante - la rivelazione sul Rubber man, la parte dell'episodio finale in pieno stile Beetle Juice - le occasioni sono state sprecate malamente per concentrarsi sull'aspetto più cool e modaiolo della confezione, affidando il suo charme ad un'ottima Jessica Lange che, alla lunga, finisce per stancare nel suo continuo restare sopra le righe.Nel corso dello svolgimento della stagione, inoltre, è stato curioso come gli interrogativi a proposito dell'evolversi della trama - fondamentali per ogni serie ben riuscita, e non solo - siano stati sostituiti dalle continue domande a proposito del successo avuto da questa creatura di Ryan Murphy e Brad Falchuk, che neppure la conclusione o l'annuncio della produzione della seconda stagione sono riusciti a fugare: cosa potrà mai avere di speciale American horror story?
La sensazione di paura trasmessa allo spettatore? Dubito, dato che nulla - ma proprio nulla - è riuscito a smuovermi, neppure dal sonno indotto dalle vicende da soap che coinvolgono i protagonisti.
Il cast in forma smagliante? Difficile, considerato che, tolta la succitata Lange ed i giovani Tessa Farmiga ed Evan Peters - che, tuttavia, non vanno oltre l'ordinaria amministrazione - la grintosa Connie Britton mostra la brutta copia della madre già interpretata nell'ottimo Friday night lights e l'inguardabile Dylan McDermott sfoggia un campionario di un'espressione e mezza, senza contare il tracollo di Denis O'Hare, passato dai fasti di True Blood ad un personaggio al limite del ridicolo.
Unica nota davvero positiva: Zachary Quinto nel ruolo di se stesso.
L'originalità del prodotto? Neanche per scherzo, considerato che siamo di fronte ad una serie di citazioni e scopiazzature così evidenti da far sembrare strano non passino segnalazioni luminose con il titolo del film citato - si spazia da Shining a Rosemary's baby, da La casa nera a Nightmare, fino ai video di Lady Gaga -.
L'affezione ai personaggi che ha costruito la fortuna di molte serie corali? Sfido chiunque a trovare anche solo lontanamente simpatico o accattivante uno qualsiasi dei protagonisti, irritanti quanto e forse più dell'agghiacciante Adelaide, meritevole di aver procurato il mio unico momento di gioia nel corso della stagione con la sua uscita di scena.
Dunque, per la prima volta, lancio una sfida che possa mettere un pò in difficoltà questa mia presa di posizione assolutamente ostile ad American horror story: prima che la seconda stagione possa confermare o smentire la mia opinione in merito, provateci voi.
Voi che l'avete amata, che avete provato un oscuro terrore dalla sigla - unica cosa davvero valida - ai titoli di coda, che non vedete l'ora possa essere il prossimo autunno per ricominciare a seguire le gesta degli Harmon e degli altri abitanti della casa più infestata di L. A., che l'avete trovata unica ed originale, fate un tentativo: datemi almeno una buona ragione per far compagnia alla signora Ford anche al prossimo giro di giostra e non lasciarla sola in balìa di tutto questo ciarpame da tubo catodico.
Magazine Cinema
Potrebbero interessarti anche :
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Il food trucks a New York, Barcellona e Parigi
La nuova moda è arrivata e le protagoniste sono furgoncini e carovane meravigliose. Stiamo parlando dei food truck, ovvero cibo di prima qualitá sulle... Leggere il seguito
Da Witzbalinka
CULTURA, VIAGGI -
La vetrina degli incipit - Giugno 2015
L'incipit in un libro è tutto. In pochi capoversi l'autore cattura l'attenzione del lettore e lo risucchia nel vortice della storia. Oppure con poche banali... Leggere il seguito
Da La Stamberga Dei Lettori
CULTURA, LIBRI -
Stasera alle 23 su La7 Drive di Nicolas Winding Refn
Anno: 2011Durata: 95'Distribuzione: 01 DistributionGenere: AzioneNazionalita: USARegia: Nicolas Winding RefnDrive è un film del 2011 diretto da Nicolas Winding... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Luci e ombre di Calabria
Sono "emigrante". Nel senso che sono emigrata alla fine degli anni Novanta dalla Calabria al Lazio. Sono una di quegli emigranti senza il richiamo forte delle... Leggere il seguito
Da Luz1971
CULTURA, LIBRI -
It's the books, stupid! Reading is sexy in New York. Greenwich Village bookstores
#itsthebooksstupid: inciampare nei libri viaggiando - clicca qui per leggere le parti precedenti. Reading is sexy, and an integral part of the culture in New... Leggere il seguito
Da Bourbaki
CULTURA -
Libri messi all'indice e libri per ragazzi, buoni compagni di strada nella...
Libri “buoni e cattivi” scelti dai bambini e amati o non amati. Scelti tra proposte aperte, lontane da operazioni di censura. Il lavoro di Astrid Lindgren ha... Leggere il seguito
Da Zazienews
CULTURA, LETTERATURA PER RAGAZZI, LIBRI