Primo film a uscire in Italia nel 2014, grazie all’uscita anticipata, American Hustle è senza ombra di dubbio un film dal casting eccezionale, non solo per celebrità ma per vera e propria qualità ed eccellenza: troviamo a continuo confronto i maggiori talenti americani contemporanei maschili e femminili. In particolare la coppia criminale Christian Bale e Amy Adams sembra funzionare in ottimo modo, con la giusta dose di recitazione sopra le righe, ma senza esagerazione: a confronto con gli attori mostri del passato che abbiamo visto vestire i loro panni anni Settanta, i due non sfigurano poi molto ed è in loro che risiede la forza propulsiva di American Hustle, motivo per cui una visione in lingua originale sarebbe altamente consigliata (come godersi altrimenti il finto english accent truffaldino dell’adorabile Amy Adams/Sidney?).
La storia è liberamente ispirata al realmente accaduto scandalo ABSCAM e al truffatore Mel Weinberg che collaborò con l’FBI nell’operazione. L’accento però non è assolutamente posto sulla veridicità degli eventi rappresentati e sul “thrilling” , al contrario sui personaggi e sulla loro amabilità nonostante tutto, tratto distintivo di David O. Russell, personalità del tutto particolare – che piaccia o meno – all’interno del cinema americano, il quale è riuscito a trarre una commedia ironica dal citato scandalo degli anni Settanta.
Tenete ben a mente lo spirito cinico de I tre giorni del condor, la brama di verità e giustizia di Tutti gli uomini del presidente, la sottigliezza crudele delle psicologie devastate di Gangster story? Bene. Adesso fate tabula rasa e fate finta di non averli visti, perché, davvero, American Hustle è distante anni luce da tutto questo per risultato e intenzione: è distantissimo da quell’ottica tipicamente anni Settenta. Vagamente si potrebbe azzardare qualche parallelo con la strada aperta da Martin Scorsese con Goodfellas per l’uso epicheggiante delle musiche e per la nonchalance con cui vengono attualizzate epoche storiche passate, ma aggiungete il tocco “alleggerente” e positivo di O. Russell che tende a porre il tutto sotto una campana di condono morale, cosa che a mia opinione fa perdere un po’ di mordente alla storia.
Nonostante ciò, American Hustle è una commedia d’altra parte gradevole, divertente, piuttosto atipica, che fa passare due ore in spensieratezza e che ti fa perdere piacevolmente nei meandri sentimentali e criminali, ma non troppo, di un mondo anni Settanta e al tempo stesso glamour, stiloso, bello da vedere. Un altro dei pregi del film, oltre la verve comica, è senza ombra di dubbio l’aspetto estetico: scenografie e costumi sono accuratissimi, assolutamente uno spettacolo di ricostruzione di stile, la punta di diamante è il vestiario indossato da Amy Adams.
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