Per la prima volta nella storia della mia vita, quest’anno mi sto avvicinando agli Oscar con una certa cultura cinematografica. Questo significa che quando verranno pronunciate nomination e proclamati i vincitori non farò la stessa faccia da ebete che facevo durante le interrogazioni di filosofia. American Hustle si presenta ai prossimi Oscar con una caterva di nomination (10, stando a Wikipedia perché mi pesa troppo il dito per andare a vedere su siti più affidabili) e, dopo averlo visto, direi che se le merita QUASI tutte.
Anche questo film si basa su una storia vera, ma al contrario di altre pellicole da me recensite in passato, è frizzante e non ti fa morire sulla poltrona. American Hustle racconta le vicende che portarono l’FBI a condurre un’operazione per smascherare alcuni membri corrotti del Congresso. Le indagini sono condotte dall’agente Richie Di Maso (Bradley Cooper) che si avvale della collaborazione (non del tutto spontanea) di due truffatori esperti: Irving Rosenfeld (Christian Bale) e Sidney Prosser (Amy Adams).
L’unica pecca del film è che dura veramente tanto (138 minuti), tanto anche per una commedia brillante e sempre capace di generare curiosità nello spettatore. Il resto è pressoché perfetto.
La regia, la sceneggiatura e soprattutto il cast fanno la differenza. Se tralasciamo Bradley Cooper, come sempre sopravvalutato e da me odiato fin dai tempi di Alias, gli altri attori sono tutti pazzeschi. Christian Bale, irriconoscibile, è semplicemente perfetto nei panni larghi di Irving. Amy Adams è intrigante nei panni succinti di Sidney. Jennifer Lawrence ancora una volta fornisce un’interpretazione indimenticabile nei panni, un po’ bagnati d’alcol, della moglie di Irving.
Altro sul film non posso svelarlo, perché altrimenti rischierei di spoilerare qualcosa. Sappiate solo che film così ben fatti e originali non dovreste farveli sfuggire. La prossima volta magari senza Bradley Cooper.
CHIPS e CHEAP: Amy Adams è l’amica CHIPS che vorrei avere anche nella vita reale, anche se la visione ripetuta delle sue tette dopo due ore di film stanca. CHEAP è Bradley Cooper che anche basta.
Livello di SHAZAMMABILITÀ: medio. Una colonna sonora curata da Danny Elfman per definizione non può essere brutta.
Livello di BONAGGINE DEL CAST: medio-alta. E parliamo ovviamente della parte femminile del cast.
Quanto dura / quanto sarebbe dovuto durare: 138 minuti / 120 minuti. Va bene fare gli sboroni, però avete esagerato.
Mi devo fermare dopo i titoli di coda per vedere la SCENA NASCOSTA o posso andare direttamente a casa? No. Anche perché 138 minuti sono già un impegno consistente.
GIUDIZIO COMPLESSIVO: 4 Anne Praderio su cinque.
Il post American Hustle: più Amy Adams, meno Bradley Cooper, scritto da Signor Ponza, appartiene al blog Così è (se vi pare).