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American Pie: l’America secondo McLean

Creato il 02 gennaio 2011 da Stefanorussoweb

Secondo molti critici musicali una delle cinque canzoni più belle del XX secolo è sicuramente American Pie, nota al grande pubblico per la (ristretta) cover di Madonna del 2000, composta da Don McLean intorno alla fine degli anni Sessanta e incisa nel 1971. Della canzone, lunga più di otto minuti, furono vendute in un solo anno più di dieci milioni di copie. Il giorno in cui la musica morì, secondo McLean, è il 3 febbraio 1959, quando in un incidente aereo persero la vita i musicisti Buddy Holly, in quegli anni secondo per popolarità solo ad Elvis Presley, Ritchie Valens e J.P. Richardson, in arte Big Bopper, che si recavano a Fargo, nel Nord Dakota, per un concerto.
La canzone è, per ammissione dell’autore, il racconto per rapide immagini della storia degli Stati Uniti negli anni Sessanta del XX secolo anche se alcune frasi non sono mai state del tutto chiare e McLean non ha mai voluto decriptare completamente tutta la simbologia utilizzata.

Per i musicologi la torta di cui parla il titolo della canzone corrisponderebbe alla storia degli Stati Uniti e gli eventi e i personaggi descritti sarebbero le sue fette.
Nel brano si intrecciano, infatti, elementi autobiografici dell’autore, rimandi a personaggi che hanno fatto la storia della musica leggera (i Beatles, i Rolling Stones, Bob Dylan), richiami alla filosofia e alla religione, riferimenti alle vicende chiave della Storia “stelle e strisce” (l’assassinio Kennedy, la guerra in Vietnam, lo sbarco sulla Luna).
Insomma, un concentrato di Storia e di riflessioni personali, perlopiù improntate al pessimismo, per le quali la vicenda di Buddy Holly fornisce un punto di partenza, quasi come se quella morte fosse vista come fine di una sorta di “età dell’oro” del rock ‘n roll e preludio alla decadenza morale e musicale degli Stati Uniti.

 



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