È impossibile oggi non considerare Clint Eastwood come uno dei massimi registi viventi. Purtroppo però, come spesso accade a cineasti dalla carriera infinita, realizzare opere ancora interessanti si fa di anno in anno più difficile. Non basta l'esperienza a colmare il vuoto che l'attesa ogni volta scava impietosa. Dopo aver portato in sala l'acclamato spettacolo di Broadway Jersey Boys (2014), Eastwood decide di allontanarsi dal musical per raccontare in American Sniper una storia (vera) a lui più affine: quella di Chris Kyle, il cecchino più letale che l'esercito statunitense abbia mai avuto.
A vestire i panni del soldato protagonista ci pensa Bradley Cooper, adatto per interpretare il superuomo che solo a tratti lascia trasparire il proprio stato d'animo, diviso costantemente tra famiglia e patria. Un percorso che compie quasi come una macchina guidata a tutta velocità dallo Zio Sam, con alcune incertezze o dubbi che sorgono flebilmente solamente a fine corsa. Proprio per questo, nonostante sia un racconto ispirato a fatti realmente accaduti, American Sniper non risulta realistico. Un errore che nasce dal mix tra scarso approfondimento psicologico del personaggio ed eccessivo utilizzo di una ridondante retorica patriottica (facilmente perdonabile e meno presente in bellissimi film come Gran Torino o Flags of Our Fathers). I dialoghi pomposi riescono solo ad accentuare i vuoti di sceneggiatura e la totale superficialità nel raccontare le psicopatologie post-belliche.
Eastwood perde inoltre un inevitabile (a livello temporale) impietoso confronto con quello che in poco tempo è diventato un punto di riferimento del genere, girato da Kathryn Bigelow e intitolato Zero Dark Thirty (2012). Sono ancora troppo vive nella memoria degli appassionati (e non) quelle straordinarie immagini di puro cinema in cui i SEALS scovavano e uccidevano Osama Bin Laden. Il paragone semplicemente non regge, il ritmo compassato non permette nemmeno ai più mordaci fan dell'ottantaquattrenne regista di apprezzare questa sua ultima fatica.
L'unica sequenza da ricordare è l'arrivo di una tempesta di sabbia durante un prolungato scontro a fuoco, in cui gli sfocati soldati si muovono veloci come fantasmi all'inferno verso la salvezza. Peccato che siano solo pochi i secondi in cui il conflitto rappresentato assume i toni confusi che questa guerra ebbe nella realtà: una lotta impari e caotica contro un nemico perfetto pronto a tutto pur di vendicarsi.
Voto: 1,5