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American suburbia

Creato il 12 luglio 2011 da Redazione

Marco Scozzaro è un ragazzo italiano che vive e lavora a New York.
Ad Aprile è partito per un viaggio alla scoperta della provincia americana.
Dal freddo di Manhattan agli 85° F di un Texas dove si parla messicano e non si pascola bestiame.

Il paesaggio è quello della classica Suburbia Americana. Proseguendo lungo strade larghe e infinite, incontro nell’ordine: parking lots, gas stations, catene di ristoranti, concessionarie di pick-up, il nulla, un Walmart, ancora nulla. I cow boys che vedo in giro sono fake, come mi ha detto una mia amica indigena – non è questa la parte di Texas in cui si pascola il bestiame – ma fanno comunque la loro figura.
Sono partito in Aprile da NY col parka, ma qui ci sono già 85° F e si sta benissimo. Voglio andare downtown. L’autobus mi fa passare in mezzo a casette appoggiate sui mattoni che espongono orgogliose l’immancabile star-spangled banner.
Brownsville si trova in Texas, al confine col Messico, una cittadina di frontiera che sorge sul Rio Grande, con edifici bassi, piccola e assolata. Tranquilla. Strana.
Elizabeth è la strada principale che finisce alla dogana, dove gruppi di persone sostano tutto il giorno sulle panchine fumando pigramente sigarette, in attesa che accada qualcosa. Si parla solo spagnolo nonostante siamo ancora formalmente negli Stati Uniti. Un filare di Zapaterias con le insegne dipinte a mano popola il boulevard, questa è la tipica attività commerciale e ce ne sono decine, tutte uguali. In realtà non vendono solo scarpe, ma sono bazar dove trovi qualsiasi genere di cosa ti possa servire. Fuori da Elizabeth: cafè messicani, la loggia massonica locale, parecchi gentlemen’s club e la stazione degli autobus che chiude alle 6 pm.
Il tempo è dilatato ma si percepisce un’atmosfera tutt’altro che negativa, nonostante tutti mi abbiano detto che downtown non è un bel posto e che è meglio andare a South Padre.
Ad un’ora di nulla da lì infatti c’è un’isola, il paradiso degli Spring Breakers, un tripudio di palme, birre, barbecue, costumi succinti, tatuaggi appena fatti, smalto sbeccato e tramonti mozzafiato…
Marco Scozzaro


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