Ero uno stupido", non amava guardare la Tv, ma dopo la sua esperienza ad "Amici", dove ha trionfato nella categoria canto, Gerardo Pulli ha cambiato idea: "Come un bambino di 5 anni che va a cena con i genitori e non vuole mangiare le verdure perché ha sentito che fanno schifo.
Vivendola dall’interno, ho capito che la tv è la realtà nella realtà, è una cosa geniale, è la tridimensionalità della comunicazione perché può dare, con trasmissioni come Amici, dei messaggi sociali importanti. Peccato che le persone ascoltano poco e partono prevenute. Tanti banalmente possono criticare Amici e i suoi partecipanti ma io sono un ragazzo come tanti che vuole fare musica.
Mi fa male essere etichettato con un’etichetta che non esiste, come dire che un ragazzo è gay. Sono solo pregiudizi. Un messaggio che fa passare Amici è che se lotti e ti impegni alla fine qualcosa la avrai".
La popolarità raggiunta dal talent non gli ha fatto perdere la testa: " Oggi è facile diventare famosi: esci di casa, uccidi tre persone e lo sei. Per me non conta l’esser popolare ma la passione. Poi non è che facendo Amici si diventa qualcuno".