Amici miei atto X

Creato il 20 febbraio 2014 da Scribacchina

C’era una volta un giornale locale che aveva la brutta abitudine di pubblicare qualsiasi cosa gli venisse inviata: comunicati, avvisi, ringraziamenti, allarmi, notizie ai limiti del credibile… tutto. Aveva anche il vizio di inventarsi le notizie quando c’erano spazi da riempire; negli anni Sessanta successe addirittura che un muratore, con una puntualità ammirevole – diciamo una volta la settimana, sempre di lunedì -, si fratturò ripetutamente il braccio destro cadendo di volta in volta dal secondo, dal terzo e dal quarto piano della palazzina di via X al numero Y; la saga terminò quando un solerte lettore inviò al quotidiano una lettera nella quale si congratulava col muratore per il record. Ma questa è un’altra storia, una delle tante che ho ascoltato dall’autore di quel fake.

Torniamo a noi.
Trent’anni fa circa, un giovinastro architettò un simpatico scherzo ai danni del giornale. Travestito da prete, si presentò in redazione con una busta contenente il comunicato di un concerto d’organo; ne raccomandò la pubblicazione di lì a due giorni, venerdì 13 giugno, sottolineando l’importanza dell’evento.

Il pezzo venne passato al vaglio dai redattori, che diedero l’ok per inserirlo nell’edizione del venerdì.
Il giornale fu stampato in migliaia di copie e distribuito in tutta la provincia.

I lettori iniziarono ben presto a notare stranezze nel testo.
Quell’organista tedesco, ad esempio, Kurt Erdam: bastava spostare la M prima della E per ottenere un risultato quantomeno curioso.
E quella casa discografica mai sentita, la «Bum»?…
E, ancora, il secondo autore in programma, il cui nome somigliava in maniera inquietante a quello di un noto detergente per toilette?
Per non parlare di quel pezzo di Liszt, Water Kagen Zurgen Zagen - ma non era Weine Klagen, Sorgen Sagen?

Quando in redazione ci si rese conto che si trattava di uno scherzo, ormai era troppo tardi: tutta la provincia stava già ridendo. E avrebbe continuato a ridere per diversi mesi, con buona pace del finto prete: nessuno seppe mai la sua vera identità.


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