"Buongiorno, tessera fedeltà riconosciuta."
"Grazie, ora ti do i prodotti..."
"Posizionare prodotto nel vano sacchetti."
"Va che l'ho messo... "
"Posizionare prodotto nel vano sacchetti."
"Oh, t'ho detto che l'ho messo, provo a spostarlo. Te l'ho spostato di due centimetri e mezzo, mò ti va bene?"
"Passare prodotto successivo o terminare la spesa."
"Miiii! Ho due mani! Non trovo il codice a barre!"
"Passare prodotto..."
"Ma hai fretta? Sei nata in bicicletta? Mi stai mettendo ansia..."
"Scegliere la modalità di pagamento."
"Devo solo capire qual'è il bancomat... probabilemnte quello con scritto Bancomat..."
"Inserire banconote o carta..."
"Te l'ho passata tre volte..."
"Inserire banconote o carta..."
"Sei tu che non la vuoi! Se ti schifa avere i miei soldi me ne vado senza pagare..."
"Inserire banconote o carta..."
"Te l'ho girata da tutti i lati! O mi fai il disegnino o continuiamo così, per tentativi... nel frattempo puoi ordinare due caffè."
"Inserire codice PIN."
"Hahaaaa! Chi la dura la vince! Alla fine li vuoi i miei soldi!"
"Signora.... Signora... Ha problemi con il bancomat o con la cassa??"
La commessa mi guardava preoccupata da quando ho iniziato a parlare -da sola- con la Cassa Amica del supermercato, quella in cui fai tutto tu, senza aiuto di cassiere, inservienti o psicologi di turno.
Quelli aspettano fuori per risanare i clienti che, dopo aver utilizzato la suddetta Cassa, escono con la pupilla dilatata e il tic nervoso all'occhio destro.
"No, grazie! Ci siamo chiarite!"
"Togliere i prodotti dal vano sacchetti."
"Ti ho già detto che ho due mani... un attimo di pazienza!"
"Togliere i prodotti dal vano sacchetti."
"Oh, sarai pure una Cassa Amica... ma hai proprio un carattere di merda!"