Magazine Maternità

Amico – un gesto di profonda umanita’

Da Maxdejavu
Max Dejavù

Max Dejavù

Sono una persona “solitaria”.
Non ho tanti amici. Pochi, selezionatissimi, meravigliosi.
Ci vediamo pochissimo. Con qualcuno poi non ci si vede quasi mai. Abbiamo più un rapporto da chat telefonica erotica stile anni 90!
“Ciao, tutto bene!?”
“Si benissimo, ora devo scappare!”
Nemmeno costasse 1,50€ al minuto… ma siamo fatti così, sempre di corsa ma amici.

Con qualcun’altro ci vediamo più spesso.
Io li sfotto tutti, del resto sfotto anche me stesso. Tra l’altro  sfottono pure me, sembra che sia il nostro miglior modo per dimostrarci affetto. Ci deridiamo amichevolmente soprattutto se siamo in pubblico. E’ una gara a chi sputtana di più l’altro…

Gab poi lo distruggo, metto il dito nella piaga, giro e rigiro continuamente. Demarco ogni suo piccolissimo ma anche grosso “difetto” la dove per difetto non intendo certo qualcosa di negativo ma giusto qualche sfumatura che lo rende “buffo” e “unico” nel suo genere.

Gabriele è una delle persone più generose che io conosca.
E’ una di quelle persone che lavorava di giorno, studiava di notte. Dormiva tra un battere e levare di respiro.
E’ uno dei tanti che si è spaccato la schiena per cercare di realizzarsi.
Ha vinto concorsi, ha lavorato, ha mollato, ha fatto altri concorsi, è partito, è tornano… insomma… un pazzo.
Io lavoro 13 ore al giorno ma quello che ha fatto lui in tutti questi anni il mio fisico non lo avrebbe sopportato… a me non reggerebbe il fisico… a lui evidentemente non ha retto il cervello!!!

:)

Gabriele qualche tempo fa era senza lavoro e ne aveva un bisogno viscerale!
Mi capitò di parlare con un cliente. Gli serviva un contabile, SUBITO,  una persona fidata. “Te lo do io un nominativo di fiducia” dico io.
Contatto Gabriele. Corre al colloquio. Lo prende subito in prova.
Gabriele è felice. Finalmente dopo tanto cercare ha trovato qualcosa.
L’ambiente sembra gradevole. Ha una collega che, mi dice, è un portento e lo aiuta tantissimo ad inserirsi nel lavoro che devono fare.
Dopo 2 settimane Gabriele mi chiama. Voce agitata e un po’ alterata.
“Mi sono licenziato, puoi passare a casa?!”
Io penso “ho un amico coglionazzo!” non glielo dico… “arrivo subito!”

“Perchè ti sei licenziato?” chiedo io forse un pò incazzato, del resto penso, lo avevo sponsorizzato io.
“E’ una persona meschina!” dice lui
“Cioè?”
“Ha cacciato la mia collega. Ho scoperto che cercava un nuovo contabile per sostituirla. L’ha voluta cacciare per punizione!”
“Punizione?”
“Si” dice “era entrata in gravidanza a rischio 2 mesi prima del parto, loro dicevano che era tutta una scusa, che lo aveva fatto apposta. Allora per punirla l’hanno licenziata e sostituita con me!”
“Non ho parole, bastardo…!”
“E’ una mamma di famiglia, con un bimbo piccolo e lavora benissimo. Il marito lavoricchia. Hanno bisogno di questo stipendio!”
“Si ma tu ora te ne sei andato… riprenderanno lei?”
“No, dice che non la riprenderanno comunque!”
“E quindi?”
“Quindi non voglio essere io il suo carnefice. Non lo meritava! Io la notte voglio dormire con la coscienza apposto. La mattina voglio potermi guardare allo specchio”

Bene. Questo è Gabriele.
I grandi cambiamenti sono fatti di tanti piccoli gesti non con le rivoluzioni!

N.B.
Dedicato a tutti quelli che… armatevi e partite!

N.B.
Gabriele, dedicato a te che tra l’altro sei l’unico che vorrebbe che io facessi lo scrittore…


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines