Amman è una città che non ti aspetti. Una vera e propria sorpresa. Costruita interamente a partire dall’inizio del secolo scorso si può definire come un luogo “nuovo”, privo di edifici dalla storia ultra centenaria, ma in continuo sviluppo. Il traffico è quello delle grandi metropoli, il Queen Alia International Airport è in fase di ampliamento, è in costruzione un intero quartiere di grattacieli e nuovi palazzi che offrirà anche ad Amman uno Skyline di assoluto rispetto.
Ma Amman è anche storia. Quella antica però. Ce ne accorgiamo da subito, appena Ibrahim Semrin, la nostra guida che per anni ha studiato in Italia, ci accompagna alla Cittadella che sorge sulla collina più alta della città. Già perché Amman, come Roma, si estende su sette colli e potete ben immaginare il panorama mozzafiato che regala a chi ha la pazienza e la curiosità di uscire dalle rotte più battute dal turismo mordi e fuggi per concedersi una mezza giornata dall’alto. Noi lo abbiamo fatto. E quassù, a circa 850 metri sul livello del mare osservi le cose da un altro punto di vista. Anche la vita. Fortezza e agorà circondata da 1700 metri di mura, la Cittadella svela manufatti risalenti all’Età del Bronzo, il tempio di Ercole, il Museo Archeologico Nazionale e il Palazzo degli Omayyadi un tempo dimora del governatore di Amman.
Il sole splende, un gruppo di bambini ci corre incontro per essere fotografato: hanno il sorriso sul volto, ma un velo di tristezza negli occhi. Due musicisti suonano canzoni locali non appena vedono qualche turista in lontananza. Il cielo è terso, da qui si domina la città e di fronte a noi sventola la più grande bandiera di Amman. Il Medio Oriente è in guerra, si sa. Ma io in questi luoghi respiro pace.
Amman è conosciuta come la città bianca per il colore delle pietre calcaree utilizzate per costruirla: sono importate dal sud e dal nord est del paese e sono rigorosamente lavorate a mano. Divisa nel quartiere vecchio, moderno e residenziale, diventa capitale della Giordania nel 1921 e dopo la visita alla Cittadella ci immergiamo con Ibrahim e Marilisa tra il souk di Al Bukhrieh, quello di Al Abayat e di Al Thahab (il mercato dell’oro). La giornata è scandita dagli orari di preghiera dei musulmani che chiamano a raccolta i loro fedeli dentro le moschee. E in qualche modo mi fermo anche io, a pensare.
Prima di un giro a Rainbow Street e uno stop al Book@Cafè per un tè alla menta e una sciscia, ci fermiamo all’Hejaz Railway Station. La linea ferroviaria fu costruita tra il 1900 e il 1908 per trasportare i pellegrini da Damasco alla Medina e ad Amman è ancora possibile non solo visitare i vagoni d’epoca, ma prenotare dei tour su questo storico treno che riporta alla memoria i mitici viaggi dell’Orient Express.
Ibrahim ci accompagna ad assaggiare le specialità locali come il Mansaf a base di riso, yogurt e carne di pollo o montone, il Knafa dolce (delizioso mix di feta, semolino, pistacchio, zucchero e miele) e poi ancora Kebe con carne, Sambuse con formaggio, Mutabal a base di melanzana.
La Giordania è un paese ricco di frutta e verdura locale. E ci perdiamo nell’osservare i colori e i profumi del mercato, le voci di chi vuole vendere e di quanti decidono di comprare. Amman è una città rumorosa, ma nella sua voce è racchiuso un profondo silenzio. Io lo sento.
Amman, tra le vie della città vecchia