di David Crucitti – Ci siamo, la campagna elettorale per le prossime amministrative del comune di Reggio Calabria è in pieno svolgimento. All’orizzonte si intravedono volti nuovi, ma i vecchi non lasceranno tanto spazio, la politica è cosa per pochi, e chi la fa di mestiere o per vocazione ormai da anni, la conosce bene. In una Reggio Calabria in preda ad una crisi di nervi, i cittadini saranno chiamati a scegliere chi, in questi anni, si è messo in evidenza per abnegazione e spirito di crescita civile, morale e culturale della città, insomma, chi ha svolto il mandato in perfetta sincronia con le esigenze del territorio. Come accennato prima, la politica non è per tutti, e proprio per questo semplice motivo appare spesso incomprensibile, i cittadini non sempre capiscono realmente quali siano le intenzioni dei partiti, dei singoli candidati e delle coalizioni che si apprestano a duellare per il governo della città. Una cosa comunque appare chiara, Reggio ha bisogno di uomini che amino la loro terra, non il potere, quest’ultimo è preferibile lasciarlo ai dittatori nord africani o a quelli sud americani. Tornando a Reggio, il PDL ha scelto il candidato sindaco, si era proposto Paolo Gatto, politico di mestiere e conoscitore delle problematiche più assurde del territorio, ma si è puntato su Demetrio Arena.
Il consigliere di opposizione, Massimo Canale, si è auto-candidato già da quasi un anno con progetti importanti, è giovane ed è stato uno dei pochissimi accaniti oppositori del centro-sinistra in consiglio comunale, al PD non piace, e non lo appoggerà. Sempre il PD è in cerca del candidato sindaco, si vocifera qualche nome che, puntualmente, i diretti interessati smentiscono, chi ci capisce è bravo si dice da queste parti. Comunque, tra il pulmino del cambiamento di Canale, le liste civiche di Gatto (FLI permettendo), le affermazioni di Arena ed il silenzio del PD, a maggio Reggio Calabria avrà il nuovo sindaco nuovo di zecca. Lo spaccato storico della politica in riva allo stretto, negli ultimi diciotto anni, racconta di due figure carismatiche che hanno governato al meglio la città, Italo Falcomatà ha suonato il “LA maggiore” per la crescita di Reggio, Giuseppe Scopelliti, a suo modo, si è adeguato, certamente in modo diverso al suo predecessore, conquistando migliaia di consensi che lo hanno portato al governo della Regione Calabria. Non è assolutamente facile comprendere le dinamiche della politica, risulta davvero difficile ai molti capire cosa ci sia nei progetti e negli incastri politici, ma adesso è tempo di scelte, al sicuro di una cabina elettorale si va a fare il futuro della città, balcone sullo stretto. Ma la gente è pronta? Ha capito realmente chi preferire per meriti conquistati sul campo e chi escludere per demeriti oggettivi o false promesse?
“Non vi preoccupate, compilate la domandina che me la vedo io, i vostri figli li sistemiamo bene in qualche posto, ma vi raccomando le prossime elezioni, votatemi”. Queste sono le consuete promesse che il candidato aggiunge ai santini elettorali prima di lasciare l’abitazione di un elettore. L’augurio è che l’evoluzione sociale, ma soprattutto quella mentale in un territorio difficile, abbia fatto comprendere che il valore del voto è un diritto che va oltre le promesse, ovviamente false. Proprio la preferenza elettorale, in questo preciso momento della storia della politica locale e nazionale, richiede un’attenta considerazione del diritto di essere cittadino, una specie di pietra messa sopra il passato, la nuova consapevolezza di essere se stessi, per il bene della società, per un voto cosciente, il totale rifiuto dei surrogati del passato. La coscienza civica non è un optional, è un dovere.