Pubblicato su LaDemocrazia.it
Una rapida ricognizione della presenza dei candidati online in questa tornata elettorale consente di evidenziare alcuni interessanti cambiamenti rispetto al 2011. In particolare, sembrerebbe emergere un lieve calo della presenza online in generale, che passa dal 92% del 2011 (senza contare i canali YouTube) all’89% del 2012 (senza contare YouTube e Google Plus). Notevole invece, come osservato già in un post precedente, la crescita di Twitter.
Qualche chiarimento sui dati è d’obbligo. Per il 2012, il grafico fa riferimento ai candidati a sindaco dei comuni capoluogo al di sopra dei 100.000 abitanti: si tratta dei 65 candidati nei comuni di Genova, Monza, Palermo, Parma, Piacenza, Taranto, Verona. I dati sono inoltre provvisori.
Per il 2011, i dati sono definitivi, e fanno riferimenti ai 77 candidati a sindaco nei comuni capoluogo al di sopra dei 100.ooo abitanti, ma – per maggiore comparabilità – di dimensioni inferiori o uguali a Palermo: Bologna, Cagliari, Latina, Novara, Ravenna, Reggio Calabria, Rimini, Salerno, Trieste.
Per quanto riguarda l’uso di siti elettorali la situazione appare sostanzialmente invariata (un paio di candidati hanno aperto i siti dopo l’inizio della nostra ricognizione, e questo grafico non ne tiene conto; la leggera flessione non andrebbe considerata).
Difficile comparare i dati relativi all’uso di Facebook, a causa delle modifiche sostanziali che sono state introdotte nella piattaforma: gli accounts con aggiornamenti pubblici, ad esempio, consentono di seguire un candidato senza farci “amicizia” (e senza poter essere rifiutato) quanto le pagine vere e prorie. In conseguenza di tali cambiamenti abbiamo anche cambiato il modo di rilevare le informazioni, e dunque di conteggiare la presenza su Facebook dei candidati.
Possiamo però dire che – al di là di questi cambiamenti – il ricorso alle pagine personali resta invariato, attestandosi attorno al 50% dei candidati dei comuni maggiori, mentre un 10% dei candidati ha optato per i profili pubblici. Alcuni utilizzano entrambi, ed entrambi a scopi elettorali.
Se consideriamo solo le pagine personali e i profili personali pubblici, possiamo dire che – nei comuni maggiori – quest’anno Twitter ha di fatto raggiunto Facebook: 35 candidati vs. 34, poco più del 50%.
Per i canali YouTube, non abbiamo dati di confronto in quanto lo scorso anno non abbiamo rilevato questa informazione. Va chiarito però che si tratta sia di canali personali che di canali di lista (locale, a livello comunale).
In questa campagna elettorale sembra aver fatto anche il suo (timido) esordio Google Plus, sebbene sia difficile stimare con precisione quanti candidati ne fanno uso: a parte le pagine pubbliche, infatti, i livelli di privacy degli accounts privati sono molto differenziati, con la conseguenza che non sempre è possibile capire se il candidato ha un profilo (in caso di omonimia, ad esempio) o se è attivo. Siamo riusciti ad individuare un 20% di candidati che fa uso della piattaforma, ma il dato è – per le ragioni suddette – poco affidabile: diciamo che il 20% dei candidati ha un profilo riconoscibile da chiunque, e può dunque essere aggiunto alle cerchie dai suoi elettori senza intermediazioni. Poco usato però per implementare un dibattito pubblico, a cui chiunque possa liberamente prendere parte.
L’immagine in evidenza è tratta da biagiocarrano.blogspot.com