Mattinata di delusione per i sindaci risultati eletti a primo turno: secondo le direttive della Regione tutte le percentuali andavano corrette al ribasso per una interpretazione errata delle norme: il conteggio dei voti si sarebbe dovuto effettuare sul totale dei voti validi, cioè anche sulle schede con il solo voto di lista, stravolgendo i risultati. Poi il dietrofront degli uffici: "Scrutinio valido"
PALERMO - Conteggio dei voti sbagliato, anzi no. E' caos sull'interpretazione delle norme regionali che in mattinata aveva creato il caos nei risultati elettorali delle amministrative in Sicilia, rimandando al ballottaggio quattro sindaci eletti al primo turno e stravolgendo il risultato nel capoluogo, che ha visto Leoluca Orlando in testa con oltre il 47 per cento dei voti. La Regione adesso ha confermato i risultati diffusi dai comuni ieri sera.
Stamattina l'assessorato alle Autonomie locali aveva inviato una nota ai Comuni interessati dal voto, spiegando che utte le percentuali attribuite ai candidati sindaci andavano corrette al ribasso. L'assessorato nel pomeriggio ha avviato una verifica sulla corretta interpretazione della norma. In pratica, gli uffici elettorali avevano assegnato le percentuali sulla base del totale dei voti attribuiti ai candidati sindaci. Invece, secondo la prima interpretazione della Regione, la base doveva essere calcolata sul totale dei voti validi, ovvero quelli presi dai candidati sindaci ma anche da liste e candidati al consiglio, con l'unica eccezione delle schede nulle. E ciò per effetto del combinato di due leggi regionali - la 35 del 1997 e la 6 del 2012 - che lascia in piedi il vecchio sistema di calcolo, costruito quando il voto per il consigliere si estendeva automaticamente al candidato sindaco.
La clamorosa defaillance amministrativa, rivelata dal sito Dipalermo.it, non avrebbe cambiato il risultato di Palermo ma avrebbe finito per abbassare sensibilmente la quota "ufficiale" di Leoluca Orlando (scesa fra il 30 e il 35 per cento) e del suo rivale al ballottaggio, Fabrizio Ferrandelli, stimato intorno al 10. Questo perché, sempre secondo la prima lettura della Regione, nel conteggio, che prevede il voto disgiunto, sarebbe stato necessario considerare come base elettorale anche le schede in cui era stato espresso solo il voto di lista e non quello per il sindaco, circa il 30 per cento del totale.
I problemi più gravi si sono verificati in quei centri in cui, proprio sulla scorta dei dati ufficiali comunicati dai Comuni, erano state annunciate vittorie al primo turno dei candidati sindaci: precisamente a Villabate, Erice, Misterbianco e Sciacca: Cerrito, Tranchida, Di Guardo e Di Paola. I quattro erano stati rinviati "d'imperio" al ballottaggio dalla Regione. Ora la Regione conferma i dati dello scrutinio diffuso ieri sera, confermando i sindaci eletti e le percentuali di Palermo.