Amnesty: “In Grecia polizia legata ad Alba dorata”
Il rapporto di Amnesty International del 3 marzo riguardo la situazione delle forze dell’ordine in Grecia ha evidenziato diversi aspetti negativi, ma purtroppo aspettati. Ulteriore piaga di un Paese che stenta ad alzarsi, invischiata in una palude impregnata di crisi economiche, sociali, e politice; in balia di forze xenofobe e ultra-nazionaliste.
Nel rapporto di Amnesty vengono posti in evidenza i rapporti della polizia con il partito neo-nazista Alba dorata: 10 agenti sono risultati collegati in diverso modo ad azioni criminali commessi da esponenti del partito ellenico. Nel dicembre scorso 50 persone, tra cui parlamentari, poliziotti e il leader di Alba dorata sono stati arrestati e accusati di diversi reati che vanno dall’estorsione all’uso di esplosivi con fini di ricatto.
Il 17 settembre 2013 ad Atene il rapper antifascista Pavlos Fyssas veniva accoltellato al cuore da un militante di Alba dorata, Giorgios Roupakias. Diversi testimoni oculari presenti nella periferia della capitale avrebbero riferito alla stampa che 8 agenti della polizia presenziavano la zona durante il delitto. Nessuno intervenne.
Il giorno dopo l’uccisione di Fyssas, nelle piazze di Atene divamparono manifestazione di piazze a favore del ragazzo ucciso condannando il ruolo di Alba dorata . La polizia antisommossa disperse con manganelli e agenti chimici una dimostrazione: 31 feriti. In precedenza gli stessi manifestanti erano stati presi a sassate da militanti di estrema destra. Nessun agente di polizia mosse un dito. Un ragazzo alla fine della giornata perse un occhio.
“Le nostre ricerche hanno evidenziato che la rovinosa vicenda dei rapporti con Alba dorata è solo la punta dell’iceberg. Un profondo razzismo, l’uso eccessivo della forza e una radicata impunità costituiscono una macchia per la polizia greca. I vari governi che si sono succeduti finora non hanno riconosciuto, né ancor meno contrastato, queste violazioni e l’impunità” – ha dichiarato Jezerca Tigani, vicedirettrice del Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International.
Razzismo, uso eccessivo della forza e impunità, queste le parole chiavi del rapporto di Amnesty International.
“In Grecia, spetta alla polizia il compito di controllare l’immigrazione e arrestare ed espellere i migranti irregolari. Nell’ambito dell’operazione “Xenios Zeus”, tra aprile 2012 e giugno 2013, sono stati fermati per controlli d’identità oltre 120.000 cittadini stranieri, solo il cinque per cento dei quali (7000) è stato trovato privo di documenti”. Si legge nell’indagine.
K., un rifugiato siriano, ha denunciato i maltrattamenti subiti nel febbraio 2013 nel centro di detenzione per migranti di Corinto: “Quell’agente iniziò a prendermi a calci. Cercavo di stare in piedi e lui mi colpiva ancora. Poi chiese a due colleghi di portarmi in una stanza dove gli altri detenuti non potessero vedermi. Lì, il poliziotto prese a darmi calci sul petto. Poi un altro poliziotto mi schiaffeggiò e mi prese a pugni sul volto”.
“C’è urgente bisogno di una riforma strutturale complessiva delle forze di polizia, che comprenda la creazione di un meccanismo indipendente in grado di indagare sulle denunce di condotta illegale da parte degli agenti di polizia. Le autorità greche devono ripristinare la fiducia della società verso le forze di polizia” Ha aggiunto il vicedirettore Tigani.
Non è la prima volta che Amnesty si dedica alla situazione delle forze dell’ordine in terra greca. Da anni vengono compiute ricerche, e quella attuale non fa altro che confermare una situazione sconfortante e senza miglioramenti.
Alla fine del mese scorso, nella prigione di Nigrita, nel nord del paese, la polizia ha picchiato a morte un detenuto in isolamento. L’autopsia ha rivelato numerosi colpi sulle piante dei piedi e al petto nonché bruciature sulle mani.
Amnesty fa leva anche sull’incapacità della polizia nel fermare il divagare di atti di crimini di puro odio tra i cittadini greci.
“Negli ultimi tre anni c’è stato un drammatico aumento degli attacchi motivati da odio nei confronti di rifugiati e migranti. Crimini dell’odio sono stati registrati anche contro la comunità rom e persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate (Lgbti). Le forze di polizia non hanno saputo impedire questi attacchi o indagare sui moventi di odio che li avevano ispirati”. si legge nel rapporto.
Nel gennaio dell’anno scorso Shehzad Luqman, cittadino pakistano residente in Grecia è stato picchiato a morte da due greci. La magistratura e tantomeno la polizia hanno preso la considerazione il movente razzista dell’omicidio. Durante le indagini risultarono chiare le somiglianze strutturali di tale attacco a quelli effettuati dai neo-nazisti di Alba dorata.