Ora vorrei parlare con voi dell’amor platonico e dell’amor cortese; forse qualcuno di voi starà già sorridendo, forse qualcuno di voi starà già sganasciandosi dalle risate, o forse qualcuno di voi ne vuole sapere qualcosa di preciso.
Mi rivolgo a tutti indistintamente: innanzitutto i due amori non sono connessi; l’amor platonico è per definizione l’amore che si prova per una persona verso la quale non esiste e non può esistere un contatto fisico, pena la distruzione dell’amore stesso ; per fare un esempio, come abbiamo già potuto osservare nel capitolo riservato a Giovanni il Battista, questo amor platonico esisteva tra lui ed il suo maestro, il Cristo.
L’amor cortese è un affetto che già può contemplare il contatto fisico, quindi è un sentimento esistente tra un uomo ed una donna o comunque tra due esseri che provano una certa reciproca attrazione fisica. Che di fatto questo contatto fisico accada o non accada dipende da fattori esterni e non interni all’amor cortese; se ci sono delle condizioni per cui questo contatto fisico è bene che non accada, l’amor cortese persiste ma senza rapporti sessuali. Per lo meno sarebbe così da intendersi nella sua concezione ideale.
Mi sembra tutto molto semplice, non vi sembra? Certo che amori siffatti sono molto impegnativi e soggetti alla mutazione delle condizioni. E’ un pò come vivere alla giornata, quello che vale per oggi non varrà per domani perchè le esigenze personali mutano e con esse i relativi comportamenti.
Se andiamo a sbirciare nella letteratura del nostro ’200 possiamo trovare libri interi sull’elogio dell’amor cortese allora chiamato anche amor cavalleresco. Era la devozione contraccambiata che alcuni cavalieri riservavano alle loro dame e nobildonne che avevano in grande considerazione e rispetto. Per le più disparate ragioni questo affetto poteva essere privo del minimo rapporto o poteva limitarsi occasionalmente a qualche semplice effusione sporadica, di certo il sesso non era alla base di questi sodalizi che proprio per questo perduravano immobili senza accusare il disagio del tempo. Il contatto fisico comunque veniva coinvolto e sempre sottinteso sotto forma di ardente desiderio.
Non potremmo definirle di certo unioni spirituali, unioni celebrali dove l’affinità mentale è più importante dell’affinità fisica o comunque della licenza a potere fare sesso.
Può sembrare molto antimoderno il parlare di queste restrizioni in un tempo che sembra avere perso ogni genere di misura, di contenimento, di capacità riflessiva…ma è al contrario utile e giustamente provocatorio il farlo, soprattutto quando si intende parlare ai giovani ed ai giovanissimi che si apprestano a concedersi ai loro partners e che in genere hanno il loro primo rapporto sessuale molto precocemente. Un giovane che si rispetti dovrebbe inseguire qualcosa come l’amore ribelle, contestatario, anticonformista per eccellenza, ma che cosa ha da spartire questo genere di relazione amorosa con l’ossessione di fare sesso a qualunque costo come se la verginità fosse un peso di cui doversi liberare il prima possibile? Lascio la risposta ai diretti interessati.
Personalmente riprendo propriamente il discorso prima accennato sul rispetto delle regole. Dove non ci sono più regole o dove le regole diventano sempre più labili, diventa difficilissimo orientare, trasmettere, comunicare. La cosa migliore in questi casi è affrontare direttamente a viso scoperto i temi che la gioventù vive e che gli adulti stupidissimamente potrebbero correre il rischio di nascondersi.
Occorre precisare che l’amor cortese così come inteso dal dolce stil novo non era un amore propriamente rispettoso delle regole, anzi nasceva proprio in contrapposizione all’amore che potremmo definire in un senso attuale come borghese, ossia all’amore di convenienza, quello regolarmente gestito da un contratto matrimoniale, quello tutelato dalla legge e dichiarato a torto santo ed inviolabile. In altre parole l’amor cortese di allora era contro le regole ingiuste come oggi l’amore anticonformista si profila come una scelta di contestazione.
Haime! Come potere parlare di santità del matrimonio proprio quando questo stesso ambito diventa nella grande norma luogo di sopraffazione, di insulti, di violenza fisica e verbale, di abominio e di abbandono? In questo senso prima la letteratura, oggi la filosofia, vogliono contrapporre all’amore ufficiale ma falso, il valore di un amore non ufficiale ma vero, autentico, assai più degno di rispetto del vincolo matrimoniale che ha tradito sè stesso. La chiesa dovrebbe chiarire la definizione di santità del matrimonio; il matrimonio è santo nel senso che è chiamato alla santità, e non nel senso che è intoccabile. Nulla è intoccabile dell’uomo e di quel che concerne l’umano; quanto prima questo sarà compreso da tutti, quanto prima la società progredirà nella sua conoscenza.
Ovviamente qui si sta parlando di quelle condizioni in cui l’amore all’interno del vincolo già non esiste più o esiste solo di facciata; l’amor cortese si profila in questo contesto come la nuova provvidenziale e salvifica possibilità d’amare. Il vero problema non è desiderare d’amare di nuovo, non è desiderare di trovare una nuova compagna o un nuovo compagno, bensì è il sapere riconoscere il giusto candidato e saperlo raggiungere a qualunque costo e con qualunque sacrificio.
Lo slancio di questo trasporto è l’elemento che detta la differenza, ossia che detta il successo o l’insuccesso dell’impresa. Se il nostro slancio, cioè la nostra motivazione interna (e qui si ritorna al discorso fatto sul pensiero equilibrato) è sincero, forte e consapevole, allora troverà prima o poi il suo compimento.
L’amor cortese così come ora descritto è persino maggiore dell’amore antico cavalleresco che secondo la mia personale revisione cadeva in almeno due errori piuttosto evidenti e fuori discussione: il primo errore è che parlava di venerazione della donna, il secondo errore è che parlava di amori proibiti e non raggiungibili.
Primo
Nella concezione moderna il concetto di venerazione non è più ammissibile: perchè mai venerare un essere che conserva in tutto e per tutto tutti i suoi limiti?
Secondo
Nella concezione moderna e come in quella antica, il concetto di amore proibito ed irraggiungibile non si concilia con il concetto di amore assoluto che può benissimo convivere con il rispetto delle regole proprio perchè tale amore si colloca metafisicamente oltre le regole stesse, in quanto se c’è un elemento che l’amore in quanto tale non può prendere in considerazione è proprio il rispetto della regola; la regola è fatta per chi non sa amare e necessita almeno di norme; chi ama, come diceva s. Agostino, può fare assolutamente quel che vuole, perchè è l’amore stesso la sua prima ed unica giustificazione, la sua unica regola. In conclusione non esistono amori impossibili, ma solo amori falsi che non hanno il coraggio della propria affermazione. Affermazione non significa buttarsi allo sbaraglio, significa comprensione di sè e dell’altro.
Riprenderemo più avanti questo argomento delicatissimo, inesauribile ed appassionante. Per ora vi abbraccio tutti.