Oggi vi segnalo il romanzo "Amore alieno" di Beatrice Mariani.
Andiamo a conoscerlo più da vicino.
SINOSSI: Tucson, Arizona. Jonah Hunt non è come gli altri ragazzi: è silenzioso, solitario, nessuno all'East Tucson High lo conosce davvero. Neanche Liberty che, trascinata dalla migliore amica a un rave party finito male, si ritrova da sola con lui in una situazione d'emergenza. Qualcosa spinge la ragazza verso Jonah, ma scoprire il suo segreto potrebbe mettere a rischio la vita di Liberty e delle persone che le stanno intorno. Perché lui è qualcun altro, qualcos'altro.
Nei caldi paesaggi dell'Arizona le vite e le emozioni di ragazzi umani si intrecciano a quelle di individui provenienti da lontano, in un susseguirsi di avventure, colpi di scena e sentimenti esplosivi che non danno tregua.
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Summer e Liberty si spostarono da una bancarella all'altra come api sui fiori, nutrendosi di ciò che vedevano, sentivano, toccavano. È vero che c'è qualcosa di magico, arcaico nelle culture dei nativi americani: Liberty se ne sentiva pervasa, ebbra. Anche Summer era particolarmente elettrizzata e, al suo solito, esternò l'eccitazione provando a rimorchiare. Lui era un gran bel pezzo di navajo, alto e muscoloso, con i lineamenti decisi e virili. Liberty lasciò l'amica libera di flirtare e gironzolò per le bancarelle vicine. Sarebbe volentieri rimasta lì fino all'alba.
Si chinò su un banco per esaminare un braccialetto.
"Carino", sentì dire alle proprie spalle.
Si tirò su e si voltò. "Ciao, Jonah. Che sorpresa."
"Già. Non immaginavo di trovarti qui."
Liberty sorrise. "Sembra che ci piacciano le stesse feste."
"Ti svelo un segreto", disse lui in tono cospiratorio. Si chinò per sussurrarle all'orecchio. "Non mi piacciono le feste."
Liberty accennò una risata e Jonah si sollevò. "Anche stavolta mi ci ha trascinato Davin." Cominciò a camminare verso il fiume.
"I navajo hanno qualcosa a che fare con la vostra... situazione?", domandò lei, seguendolo.
"Non lo so. La cultura dei nativi d'America è intrisa di magia, di leggende, è ricca di storia. Davin è venuto qui con il preciso intento di interrogare gli indiani più anziani."
"Ma tu non lo farai", palesò Liberty.
Jonah si fermò in riva al fiume e la guardò. "Non lo farò."
Liberty gli si avvicinò. "Sai, certe volte sembra che tu non sia affatto interessato a scoprire il tuo passato o il tuo destino. Voglio dire, a differenza di Davin tu sei sempre cauto, riflessivo, quasi schivo nei confronti delle novità... difendi le cose in modo che rimangano sempre uguali."
Jonah accennò un sorriso. "Wow. Direi che ci stavi pensando da molto."
Liberty gli sorrise in modo incoraggiante e lui osservò il fiume.
"Non so, forse temo qualcosa", disse piano. I rumori della festa sembrarono improvvisamente lontani. "Temo di scoprire davvero perché sono qui. E se fosse per uccidere gli esseri umani? Se un giorno si risvegliasse in me qualcosa di terribile?"
"Che dici?", domandò lei dolcemente, colpita dalla sensibilità nelle sue parole. "Tu sei buono. Non farai del male a nessuno, neanche se fosse scritto nel tuo DNA."
Si voltò verso di lei, fissandola con gli occhi accesi dei riflessi delle torce. "Ne sei davvero convinta?"
Liberty annuì. "Farai sempre ciò che è giusto. Io ho fede in te."
Jonah la guardò in modo diverso. Liberty non si era resa conto di come e quando era accaduto, ma ora era così vicina a lui da sentire il suo respiro, il suo odore. Chiuse gli occhi ma li riaprì di scatto nell'udire un grido. Si voltarono entrambi e, scorgendo un nugolo di persone raccolto all'estremità del mercato, cominciarono a correre. Si fecero largo tra la gente e raggiunsero l'oggetto di tanto interesse. Disteso nella polvere c'era il corpo senza vita di un uomo. [...]