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Amore cura l'anima mentre si prepara a tormentarla di John Gibson(dettaglio)
Che dolce tormento, l'amore.
Sì dolce è il tormento che in seno mi sta
Ch'io vivo contento per cruda beltà.
Nel ciel di bellezza s'accreschi fierezza
Et manchi pietà che sempre qual scoglio
All'onda d'orgoglio mia fede sarà.
La speme fallace rivolgami il piè
Diletto né pace non scendano a me.
E l'empia ch'adoro mi nieghi ristoro
Di buona mercè: tra doglia infinita
Tra speme tradita vivrà la mia fè.
Per foco e per gelo riposo non ho
Nel porto del Cielo riposo haverò.
Se colpo mortale con rigido strale
Il cor m'impiagò cangiando mia sorte
Col dardo di morte il cor sanerò.
Se fiamma d'amore già mai non sentì
Quel rigido core ch'il cor mi rapì.
Se nega pietate la cruda beltate
Che l'alma invaghì ben fia che dolente
Pentita e languente sospirami un dì.
Travolgente come un'onda, un vortice.
A volte gentile, a volte senza pietà.
A volte si è così delusi che il "mai più" sembra la soluzione adatta però poi passa il tempo e ci si accorge che sappiamo amare ancora.
Amore come istinto, puro istinto e non parlo di quello di sopravvivenza, ma come qualcosa che comunque è innato in noi.
Spesso si pensa che, per come siamo educati all'amore, così amiamo, ma quel tipo di sentimento è una finzione, non esiste e l'amore non può essere una finzione così come non può esistere la parola "amore vero" perché quel vero è una parola di troppo.
Se esiste la parola "amore vero" allora dovrebbe esistere anche l'"amore falso".
Ma come fa l'amore ad essere falso? Non lo permetterebbe.
Amore come il dio dall'apparenza giovane eppure il più antico di tutti (vedi qui)
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Amore e basta.