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Amore che vieni, amore che vai.

Da Laragazzacoltacco12rotto @Laragazzacoltacco12r

Mi sveglio, è notte fonda. Un liquido caldo bagna le mie lenzuola.

Sangue. Grondano di sangue.

Tocco il letto inondato, sento qualcosa di viscido.

Budella. Sono le mie viscere, strappate dal mio corpo mi giacciono intorno.

Sogno, incubo, realtà. Ogni volta che torni. Ogni volta che mi mandi un messaggio. Ogni volta che sparisci. Di nuovo. Amore che vieni, amore che vai.

Sbudellami ancora, strappa via pezzi della mia anima.

Ma tu non capisci, mi guardi e vedi solo il tuo ego. Ingrandirsi. Sempre di più.

Non lo sai che vuol dire essere sola, non lo sai che vuol dire farcela da sola. Non sai che vuol dire essere adulti, vedere la vita scorrere davanti a te, fare lavori che non ti piacciono, con colleghi che non ti piacciono, sorridere alla gente odiosa, non vivere nella tua città, essere lontano dalle braccia di tua madre, mangiare da sola, cenare da sola.

Guardare i tuoi amici che si sposano, che fanno i figli, come in una veloce serie di diapositive che scorre mentre tu sei immobile. Musica di sottofondo, i Subsonica o qualcosa del genere, qualcosa che possa enfatizzare a pieno il tuo malessere interiore, il tuo essere incastrata imprigionata in una vita che non ti tocca. Una chiamata un messaggio, sei tu, la vita tocca anche me. Esco dal bozzolo in cui mi ero rinchiusa. Smetto di guardare ore e ore di serie tv, di farle diventare parte della mia vita, di farle diventare la mia vita, perché quella vera fa troppo schifo. Ma no, ci sei tu, c’è un messaggio qualcuno mi pensa, a qualcuno importa che ho mangiato, a qualcuno importa se dormirò un’altra ennesima sera da sola, a qualcuno importa se sono felice. La musica sfuma, le diapositive rallentano. Riesco ad intravedere qualche immagine sbiadita di me. Forse potrei avere un futuro.

Amore che vieni.

Mi doccio, uso quella saponetta naturale che non rovina la pelle, la pelle che tu accarezzerai per ricordarmi che ho anche un tatto, che ho dei sentimenti anche io, che posso sentire i brividi sul mio corpo e non vederli solo nei film. Mi depilo, non lo facevo da mesi. Mi guardo allo specchio nuda. Il mio corpo stanco dallo stress di ogni giorno ha bisogno di riposo, ha bisogno di una dimora, il tuo corpo, un tuo abbraccio. Come un animale in letargo riscopro i sensi persi nel nulla, mi aggrappo al ricordo del bene. Anche i gatti hanno bisogno di essere accarezzati. Ho bisogno che qualcuno si prenda cura di me. Anche degli alberi per strada c’è qualcuno che si prende cura.

Tutto ciò che ti do è quello che vorrei.

Ma tu torni solo per andare via. Per prosciugarmi, per distruggermi, per farmi a pezzi, per sbudellarmi. Credo tu ci provi gusto. E sparisci. Non appena io ti do ciò che vorrei, lo prendi, ti nutri della mia anima. E vai via.

Amore che vai.

Non posso più tornare nel mio guscio, è piccolo, è freddo. Mi taglio la frangia, faccio la tinta, cerco un altro volto. Mi guardo allo specchio, il corpo un guscio vuoto, negli occhi ricominciano a scorrere le diapositive. Le vite degli altri, dov’è la mia. Prendi ma non dai. Di nuovo senza amore. O forse da sempre senza amore. Nuova voglia di andare via, nuova voglia di scappare. Non se ne accorgerebbe nessuno se andassi via, non importo a nessuno così tanto. Neanche a te. Non ti sono mai importata, non sono mai importata a nessuno. Non posso tornare nel mio guscio, ora so che è solo un guscio.

Piango, lacrime o sangue? Non lo so, rannicchiata nel mio angolino di letto, sola, di nuovo, da sempre, sola. Graffi sulle braccia, chi me li ha fatti? Li ho sempre avuti? Il mio corpo allo specchio è di nuovo un freddo involucro.

Non sono viva. Mi ammazzi ogni volta che vieni, mi ammazzi ogni volta che te ne vai.

Chiudo gli occhi. Respiro.

Anche degli alberi per strada si prendono cura, prima o poi qualcuno si prenderà cura anche di me.

Me lo ripeto piangendo ogni volta che vieni, ogni volta che te ne vai.

Passeranno mesi prima che mi ricordi che non verrà nessuno a salvarmi, che posso rifugiarmi nella mia vita immaginaria e morire lentamente.

Budella, le mie budella sono sparse sul letto. Sangue, dagli occhi, dalla pancia, dall’anima.

 

E in quel momento tu tornerai.

Amore che vieni, amore che vai.

 

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