Cinecittà di Christian De Sica è un grande spettacolo. Ma prima ancora è un grande amore e un grande omaggio che l’attore – il cui cognome rappresenta ben cent’anni di cinema italiano – ha fatto agli studi cinematografici di Roma.
La grande sorpresa di queste due ore piene di show è vederlo sotto una veste diversa, senza rimorsi su quanto fatto finora (c’è anche uno sketch divertente sui cinepattoni). Christian De Sica ripercorre la sua vita divisa tra riflettori e macchine da presa. Condivide i momenti più intensi della sua gioventù, citando i più grandi personaggi del nostro cinema come il padre Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Roberto Rossellini, Cesare Zavattini, Marcello Mastroianni, Sophia Loren e molti altri. Spiega come il confronto con tutti questi artisti sia stato fondamentale per la propria formazione e realizzazione di uomo, prima ancora che attore. Ma tutti questi ricordi anche molto commoventi sono avvolti da un tripudio di colori e giacche glitterate e dall’accompagnamento di un gran corpo di ballo, una compagnia completa e un’ orchestra. Sì amici: tutto rigorosamente live, compreso il momento in cui suona l’ARMONICA (particolare che fa di Christian De Sica un mito indiscusso).
Comunque la primissima riflessione appena chiuso il sipario è stata: perché non gli danno la conduzione del Festival di Sanremo? Riuscirebbe davvero a mettere su qualcosa di nuovo e memorabile. Ne sono certa.
Non voglio spoilerarvi altro, quindi mi limito a consigliarvelo perché:
1. Non vi annoierà neanche un momento;
2. Cinecittà è un grande show e vi verrà subito voglia di rivederlo.
Trovate De Sica al Teatro Brancaccio di Roma fino al 13 aprile. (Purtroppo è l’ultima tappa della tournée che l’ha portato in giro per tutta Italia).
Di Isa Milk