Sei stanca ma esci lo stesso per non pensare sempre alle stesse cose, ai compiti da correggere, alle verifiche da organizzare, alle lezioni da preparare, alle fotocopie da fare…
Decidi di passare un pomeriggio a Milano in giro per mostre, tutte gratis.
La giornata allora inizia a raddrizzarsi.
Al centro della sala dell’Alessi, il cui soffitto sembrava poggiare sull’esili braccia della cariatidi che dall’abside dei finestroni scrutavano e guardavano invidiose i due innamorati, risplendeva in tutta la sua bellezza la statua del Canova. Sulle pareti della sala erano proiettate ombre che sembravano dei rampicanti che si muovevano tra i dipinti e le sculture della sala: si aveva l’impressione di trovarsi in un giardino, in un luogo senza tempo dove Amore si scioglie in un tenero abbraccio, poggiando la testa dolcemente sulla curva del collo di Psiche, che in quel momento gli sta facendo dono della sua anima, rappresentata simbolicamente da una farfalla. E’ l’amore acerbo, l’amore puro, l’amore universale.
Mentre incantata guardavo questo capolavoro, dentro di me rendevo grazie a Dio per averci dato l’arte e la bellezza; ho detto grazie per gli storici dell’arte che la studiano e che ce la spiegano; ho detto grazie per la gentilezza del Louvre ad avere prestato a Milano queste opere; ho detto anche grazie per Milano, e visto che c’ero anche per Roma, Firenze, Venezia, Pompei, Napoli, Lecce; ho detto grazie per chi mi ha ricordato che tutto ciò che si vede con gli occhi chiusi, è ciò che realmente esiste: una frase che può rovinarti la vita ma che in quel momento aveva la stessa dolcezza e conforto che sa darti una cioccolata calda.