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Amore e Psiche a Milano

Creato il 06 dicembre 2012 da Eneadiomede

La favola di Amore e Psiche, dal libro “Le Metamorfosi” di Apuleio del II sec. d.C., narra la storia della giovane Psiche, la cui indescrivibile bellezza scatena la terribile gelosia di Venere e l’amore appassionato di Cupido. Scoperta su istigazione delle invidiose sorelle la sua identità prima di potersi ricongiungere al suo divino consorte, è costretta a effettuare una serie di prove, al termine delle quali otterrà l’immortalità. Come in una sorta di percorso iniziatico, superate le prove richieste dalla dea, Psiche giunge all’Olimpo dove sposerà il suo Amore. I molteplici e affascinanti piani di lettura che la favola di Apuleio offre hanno nel corso della storia fornito straordinari spunti di ispirazione ampiamente riprodotti nel Rinascimento e, soprattutto, nel Neoclassicismo, quando il tema visse un periodo di grande fortuna anche in ambito letterario. Il fenomeno culturale e artistico che caratterizzò la seconda metà del Settecento e almeno i primi vent’anni del secolo successivo, definito convenzionalmente Neoclassicismo, fece della grande civiltà greca e poi di quella romana un modello di vita vero e proprio, posto al centro della produzione delle arti, della musica, della letteratura e della moda, in forte contrapposizione alla teatralità del Barocco e alla frivolezza del Rococò.

La scultura dedicata da Antonio Canova ad Amore e Psiche stanti,

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conservata al museo del Louvre e per la prima volta esposta a Milano, prende vita in un momento d’oro della produzione dell’artista veneto. Fu proprio in questi anni che vennero fissati i canoni estetici delle (sue) ”divinità” ricche di dolcezza e di bellezza sensuale. Pur restando folgorato al suo arrivo a Roma dalla bellezza dei marmi di ispirazione classica, Canova ha da sempre cercato di dare non solo un perfetto saggio tecnico di scultura, ma di ricreare in ogni sua opera anche lo spirito della favola antica come suggestione ed espressione di sentimenti.

Antonio Canova

Nasce a Possagno in Veneto il 1 novembre 1757. Scultore e pittore italiano considerato il massimo esponente del Neoclassicismo. Rimane orfano del padre all'età di quattro anni e viene affidato al nonno, scultore locale di discreta fama, che intuisce il suo genio. All'età di undici anni inizia a lavorare a Pagnano d'Asolo, nello studio di scultura di Giuseppe Bernardi-Torretti. Svolge l'apprendistato all'Accademia di Venezia e a soli diciotto anni apre una sua bottega dove inizia la sua ascesa. Ventiduenne, si trasferisce a Roma e studia all'Accademia di Francia e ai Musei Capitolini. A Roma dimora a Palazzo Venezia ospite dell'ambasciatore veneto Girolamo Zulian ed esegue alcune tra le opere più note tra cui Amore e Psiche. Viene nominato ritrattista ufficiale di Napoleone e raggiunge una notevole fama in tutta Europa. Nel 1802 viene nominato "Ispettore Generale delle Antichità e delle Arti dello Stato della Chiesa". Nel 1815 attraverso un'abile azione diplomatica ottiene la restituzione e il rimpatrio di molte delle preziose opere d'arte sottratte dalle truppe napoleoniche. Muore a Venezia la mattina del 13 ottobre 1822 in una tappa intermedia del suo viaggio di itorno a Roma.

 

Del 1798 è il meraviglioso dipinto Psyché et l’Amour

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esposto per la prima volta in Italia – del pittore François Gérard, nato a Roma nel 1770 ma trasferitosi con la famiglia a Parigi appena dodicenne, dove iniziò la carriera artistica che lo vide presto allievo del famoso Jacques-Louis David. Studiando e collaborando con David ed i suoi allievi, Gérard assimilò la tecnica della costruzione di scene storiche, anche se il giovane pittore prediligeva soggetti mitologici per comporre scene galanti e sensuali. Dopo anni di travagli e difficoltà a seguito della morte del padre, al Salon del 1798 François Gérard espose il suo “Psyché e l’Amour” ispirato all’opera di Canova ma denso di erotismo, che gli assicurò un successo di pubblico tale da portarlo in brevissimo tempo a diventare il Primo Ritrattista di Francia. L’esposizione, ospitata a Palazzo Marino ed incentrata sulla valorizzazione monografica di un’opera, offre un’ulteriore occasione di approfondimento e di suggestione estetica. Nella sala Alessi di Palazzo Marino si affiancano due capolavori ispirati dal medesimo soggetto: una scultura e un dipinto creati dal genio di due tra i massimi esponenti del Neoclassicismo. Grazie all’approfondimento critico su ogni singola opera e alla presenza in sala di personale costituito da esperti e da preparate guide, la mostra mette in risalto la preziosità e l’importanza di un capolavoro secondo una formula di analisi focalizzata non solo sul confronto tra le opere, ma anche sull’indagine di ogni aspetto di ciascuna di esse. Al visitatore viene proposto un ampio spettro di punti di vista, utili ad arricchire la percezione sia della cultura di cui capolavori sonoun’emanazione,siadelfascino del loro autore, strumenti di supporto sono i saggi scientifici presenti sul catalogo e veicolati in mostra attraverso l’uso di tablet. L’obiettivo è incoraggiare un confronto vivo e umano tra gli storici dell’arte, gli esperti presenti in sala e il pubblico, che segue con attenzione l’appuntamento natalizio con Palazzo Marino. Dal primo di dicembre al 13 di gennaio tutti coloro che lo desidereranno saranno accolti in Sala Alessi, ricca di apparati didattici, di supporti video e di tecnici specializzati a disposizione del pubblico, ad ingresso totalmente gratuito. Tutto ciò sarà possibile grazie all’attenzione e alla sensibilità del Comune di Milano che ospita l’esposizione nelle sale di Palazzo Marino, sede del Comune e cuore della casa dei cittadini, e a Eni, generoso e appassionato organizzatore di questo evento che, in seguito ad un accordo di partnership con il Louvre, ci consente, ogni anno a Milano, di esporre i capolavori di uno dei musei più prestigiosi del mondo.

François Gérard

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François-Pascal-Simon Gérard nasce a Roma il 4 maggio 1770 da madre italiana e padre francese. Nel 1782 si trasferisce con la famiglia a Parigi dove entra nello studio dello scultore Augustin Pajou per poi divenire allievo del già famoso Jacques-Louis David nel 1786. Debutta come pittore di storia, il genere prediletto nei prestigiosi Salon parigini.Nel 1790, in seguito alla morte del padre, è costretto a lasciare lo studio di David per accompagnare la madre a Roma. Al suo ritorno a Parigi, David gli propone di lavorare ad uno dei suoi più famosi ritratti e gli procura un posto come membro del Tribunale Rivoluzionario. Illustra per l'editore Didot Les Amours de Psyché et Cupidon di La Fontaine con una serie di disegni dal gusto sensuale ed elegante.Al Salon del 1798 espone il dipinto Psyché et l’Amour che riscuote uno straordinario successo. Eccelle nel genere del ritratto tanto da divenire ritrattista di corte sotto l’impero. Professore alla Scuola delle Belle Arti di Parigi (1811) e membro dell’Accademia delle Belle Arti (1812), diviene anche primo pittore dell’imperatore sotto Luigi XVIII nel 1817. Morirà, coperto di onori, a Parigi l’11 gennaio 1837

Visualizza i video dedicati:
Amore e Psiche stanti. Antonio Canova
Psychè et l’Amour. Françoise Gérard
Visualizza la lezione digitale
Amore e Psiche. Il mito in età neoclassica.

 


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