Il racconto riprende i personaggi e fa riferimento ad alcuni eventi che trovate nel racconto gratuito “Stardust – L’inizio”, pubblicato da Emma Books
Territori a nord di Chicago - Anno 227 della Nuova Era
I raggi di sole che filtravano tra i rami davano ai suoi capelli castani dei riflessi rossastri che Nathan non aveva mai visto. Alzò una mano e infilò le dita tra quelle ciocche, godendosi i giochi di luce. Godendosi la serenità del momento e la vicinanza dei loro corpi, ancora spogliati.«Non ti sto chiedendo troppo?» gli domandò Leyla.La sua voce lo accarezzò come morbido velluto, la domanda lo sorprese. Poteva avere ancora dei dubbi su di loro?«Non c’è troppo, se si vuole tutto.»E lui lo voleva. Forse già dal loro primo incontro, più di quattro anni prima, anche se ci aveva messo un po’ ad accettarlo. Dalla notte in cui Leyla era stata a casa sua, a New London, vivere senza di lei era diventato insopportabile.
New London – Sei mesi prima
Ancora prima di aprire gli occhi, Nathan si accorse di essere solo. Glielo dicevano la mancanza di calore accanto a lui nel letto e il silenzio nel suo piccolo appartamento, ma glielo diceva soprattutto il senso di vuoto che avvertiva nel petto.Vuoto, che si opponeva al senso di completezza che aveva provato durante la notte. Lui e Leyla avevano fatto l’amore. Sul divano in soggiorno prima, spogliandosi l’un l’altro con una fame scatenata, in pochi minuti, da quello che era stato il loro primo bacio. Si erano addormentati e poi spostati in camera da letto, dove si erano amati, di nuovo. E ora?Leyla aveva un appuntamento a nord della città, glielo aveva detto prima che lui le offrisse ospitalità per la notte. Perché non lo aveva svegliato, quando se n’era andata?Perché non sapeva che cosa dirgli, ecco perché.Si girò nel letto, affondando la faccia nel materasso dalla parte in cui aveva dormito lei. Banale, eppure inspirò a fondo. Era anche inutile, aveva ancora il sapore di lei sulle labbra, il suo profumo nelle narici, ma lo fece lo stesso.Avrebbe voluto rimanere lì tutto il giorno ma si alzò. Il ricordo di Leyla e della prima, forse unica notte che avrebbero passato insieme l’avrebbe seguito fuori da quel letto, fuori da quell’appartamento. Ovunque e sempre. ***
«Dunque, Leyla era davvero qui a New London.» Nathan aveva dovuto aspettare due giorni, prima di riuscire a parlare con l’amico Syrus da solo e in un luogo sicuro. L’aveva portato al New London Park, un po’ perché potevano trovarvi angoli tranquilli, lontani dai circuiti di sorveglianza, un po’ perché, da quando Leyla se n’era andata, la sua testa si rifiutava di abbandonare i ricordi delle ore che avevano trascorso insieme, e tornare al parco dove l’aveva incontrata era un modo come un altro per farlo. Era giorno, ma gli sembrava di vederla uscire da dietro l’albero dove l’aveva aspettato, un’ombra tra le ombre.«Sì, con delle novità importanti» rispose.Quattro anni prima, Nathan e Syrus erano andati a Chicago e, insieme all’amico Malik, si erano addentrati nei Territori a nord della megalopoli, dove avevano avuto il primo incontro con un gruppo di Phys, tra cui Leyla e suo zio Markus. Phys e Mepow, le due razze in cui l’umanità era ormai nettamente divisa, potevano anche convivere in un’atmosfera di tensione e sospetto, ma c’era chi, sia da una parte che dall’altra, pensava che le cose potessero cambiare. Così era nato il loro gruppo, che avevano chiamato New Earth, Nuova Terra. Purtroppo, in quei quattro anni avevano percepito altri cambiamenti, nelle megalopoli abitate dai Mepow. Cambiamenti che andavano in direzione opposta a quella auspicata da loro.«Rilevamenti geologici nei Territori» aggiunse.«Da parte nostra?» domandò l’amico.Nostra. Sì. Anche se Syrus e Nathan erano diversi, restavano pur sempre dei Mepow.E tu hai fatto l’amore con una Phys.Se ci pensava in quei termini, sentiva di aver abbattuto una barriera, di aver varcato un confine, compiuto un incredibile salto oltre un crepaccio profondo.
Chicago – Tre settimane dopo
Il bar era quello dove si erano incontrati la prima volta. Quattro anni prima, era seduto a uno di quei tavoli insieme a Syrus e Malik, quando lei era entrata dalla porta. Una sconosciuta che aveva catturato subito il suo sguardo, e in poche ore tutto il resto. Sapeva già allora che non l’avrebbe dimenticata ma non avrebbe mai immaginato ciò che sarebbero arrivati a condividere.E quello era esattamente il punto. Che cosa avevano condiviso? Tutto, per lui. Forse solo una notte di sesso, per lei.Ma Nathan sperava di no.“Vedo le stelle, nei tuoi occhi. Anche quando sono lontani un oceano.” Lo aveva detto Leyla nel suo appartamento a New London. A quella frase si aggrappava, forse per quell’unica frase era lì. Non ci sarebbe stato più un oceano tra loro.La porta d’ingresso del locale si aprì e, ancora prima di sollevare lo sguardo, Nathan sapeva che era lei. Era seria ma quando lo vide sorrise, e nella sala sembrarono accendersi altre luci.«Nathan.»Lo disse a voce bassa mentre gli si sedeva accanto, e bastò quel tono sussurrato a farlo tornare indietro alle ore in cui era stata tra le sue braccia, a New London. La mano si poggiò sulla sua, sul tavolo, ma Nathan si impose di non vedere troppo, in quel tocco. Il contatto fisico era più usuale tra i Phys che non tra i Mepow.
Mezz’ora dopo uscivano dall’ascensore e imboccavano il corridoio al sesto piano dell’edificio dove si trovava il piccolo trilocale di Malik. “Dove alloggi?”Durante il tragitto a piedi, trascorso nel silenzio, Nathan si era imposto di non pensare al perché di quella domanda. Stava cercando un posto suo ma non era facile, glielo spiegò nei pochi metri che dividevano l’ingresso dell’appartamento dallo studio convertito a stanza degli ospiti. Che era spartano e in disordine, Nathan stava per scusarsi quando Leyla gli agganciò il braccio con il quale stava richiudendo la porta alle loro spalle e così, senza preavviso, lei fu tra le sue braccia. A Nathan bastò fare un passo e lei si trovò schiacciata tra lui e il muro, il corpo arrendevole che si modellava contro il suo. Scontro di occhi, poi di labbra, e il sapore di lei lo invase, come una droga. Sentì le sue mani risalirgli lungo la schiena, sul collo, finché i polpastrelli non si infilarono con forza tra i suoi corti capelli, come se volesse essere sicura che lui non potesse allontanarsi. Invece Nathan lo fece, anche se di pochissimo, per riprendere fiato e perché aveva bisogno di sapere, un bisogno che lo aveva consumato, in quelle settimane di separazione. Una relazione tra loro sarebbe stata complicata: aveva bisogno che le cose fossero chiare, fin dall’inizio.«Sono qui per te» le sussurrò contro le labbra. «Syrus mi ha proposto un lavoro che ci permetterà di trovare delle informazioni, è vero, ma lo ha fatto perché sapeva che volevo essere qui, per te. Se questo non ti piace, dimmelo subito.»I suoi occhi grigi lo fissavano e, a dispetto della mancanza di poteri telepatici, sembrarono leggergli dentro. «Come può non piacermi, quando brucio per te?»«Siamo…»«Seil’uomo che voglio al mio fianco, Nathan. Sei un Mepow, sì, e guardi oltre. Così mi hai conquistato.» Il calore gli arrivò da lei, da quelle parole, da ciò che scioglievano dentro di lui. Le strinse le mani sui fianchi, infilò le dita sotto la sua maglietta cercando la pelle, e anche le braccia di Leyla si mossero per cominciare a svestire lui. Leyla lo spogliava come nessun’altra donna avrebbe potuto fare, non solo nel corpo ma nella mente, risvegliando parti di lui che pensava fossero state congelate. Pelle contro pelle, ogni tocco capace di accendere fiamme che minacciavano di consumarli prima che arrivassero alla conclusione che stavano cercando. Tempo, avrebbero avuto tanto tempo, ma non ora. Ora Leyla si alzò sulle punte dei piedi e Nathan le sollevò una gamba con l’avambraccio ed entrò in lei con un’unica spinta che urlava sei mia.Non il comportamento di un Mepow. Niente telepatia, tra loro, solo ondate di sensazioni potenti, la forza del desiderio che frantumava le barriere della ragione, il senso di appartenenza che si elevava oltre una divisione che non avevano voluto, che non potevano accettare.Nathan e Leyla. Leyla. Tra le sue braccia, attorno a lui. Brucio per te.Bruciarono insieme, verso un fuoco che li inglobò e divorò tutto. Ogni. Pensiero. Coerente.Per poi dissolversi in frammenti di cenere impalpabile che tornò a depositarsi, piano, sulla Terra. Riprendendo consapevolezza del suo corpo, del suo respiro, unito a lei come aveva dubitato, fino a poco prima, di poter ancora essere, Nathan capì che chi aveva deciso la divisione invalicabile tra Mepow e Phys aveva storpiato il genere umano. Spaccandolo artificialmente in due.
Territori a nord di Chicago - Anno 227 della Nuova Era
Il pomeriggio era loro, solo loro. Al mattino si erano riuniti con Markus e gli altri, per un aggiornamento sulle ricerche che Nathan stava conducendo, quelle botaniche e quelle più politiche. Non sarebbe dovuto tornare al lavoro prima del giorno dopo e aveva intenzione di passare il pomeriggio e tutta la notte lì, con Leyla.I raggi di sole che filtravano tra i rami davano ai suoi capelli castani riflessi rossastri che non aveva mai notato. Alzò una mano e infilò le dita tra quelle ciocche, godendosi i giochi di luce. Godendosi la serenità del momento e la vicinanza dei loro corpi, ancora spogliati.«Non ti sto chiedendo troppo?» gli domandò Leyla.
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