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Amore, Giustizia e Storia in un unico film

Creato il 30 agosto 2010 da Dylandave

Amore, Giustizia e Storia in un unico film

- Il Segreto dei suoi occhi – 2010 – ♥♥♥♥ e 1\2   -

di

Juan Josè Campanella

Far si che un film racchiuda in sè vari significati ma soprattutto diversi generi cinematografici non è di certo cosa da poco, ma il regista Juan Josè Campanella con questo film ci dimostra perfettamente che è possibile strutturare un noir che sia però anche una gran bella storia d’ amore, che allo stesso tempo ci parli anche di un pezzo significativo di Storia argentina che ha avuto le sue ripercussioni nel senso di giustizia del suo popolo. La narrazione si svolge su due differenti piani temporali e ha come personaggio principale Benjamin Esposito ( Ricardo Darìn), un pubblico ministero in pensione che intenzionato a scrivere un libro su un vecchio caso irrisolto della sua carriera rivive con i suoi ricordi i più significativi episodi che hanno contraddistinto la sua vita: l’ ossessione per questo stesso caso e l’ amore eterno per una donna mai veramente posseduta . All’ interno di questa semplice storia si intersecano emozioni e vicende storiche che raramente sono descritte in un modo così esaustivo e che vogliono rispecchiare quello che è il comportamento umano universale. A mio giudizio è proprio questa universalità che ha avuto il merito di fargli aggiudicare l’ Oscar come miglior film straniero, in un anno che vedeva nominati altri due ottimi film come Il Nastro Bianco o Il Profeta (quest’ ultimo insuperabile registicamente ma incapace di coinvolgere in maniera totale un più ampio numero di spettatori a causa del suo tema). Certo alcune sequenze d’ amore sono forse fin troppo viste ( l’ addio sul treno in primis) anche in altri film dello stesso genere, ma certo è che il modo in cui il regista coinvolge lo spettatore contaminando la struttura del thriller con il melodramma è davvero notevole. Venticinque anni sembrano non essere facili da cancellare nella memoria del protagonista Benjamin così come è impossibile rimuovere la dittatura militarista in Argentina che in quegli anni è stata capace di modificare radicalmente il senso di giustizia etico-morale di molti argentini. E’ da questo che si dipana una vicenda dal sapore decisamente popolare, che ha come protagonista un paese stesso che crede di vedere come stanno veramente le cose mentre in realtà è cieco. Così come lo spettatore crede fino alla fine di comprendere cosa ci sia dietro i frequenti primi piani sugli sguardi degli attori protagonisti, ognuno di loro custode di un segreto inespresso per differenti motivi. Il rimpianto e il senso di colpa sono temi che dominano le emozioni dei protagonisti, a volte forse fin troppo (qui si vede che siamo in Argentina la patria delle telenovelas!), ma che introducono in maniera convincente il romanticismo amoroso che nel film assume una caratteristica anch’ essa di rilievo. Lodevole la riflessione che il regista induce sull’ inutilità della pena di morte e della giustizia fai da te, cosa che sembra ormai di moda nella società contemporanea. Introduce, al contrario, il valore della pena lunga, come l’ ergastolo, dal valore meno immediato ma decisamente più dolorosa per il condannato. Sicuramente virtuoso il piano sequenza (costruito in post-produzione e non reale) di ben cinque minuti allo stadio, che lascia senza parole alla prima visione e ancor di più durante la visione del suo backstage. Un film che sa perfettamente stupire e al tempo stesso far piangere i suoi spettatori e che ben sintetizza in sè il concetto di cinema d’ autore e cinema d’ intrattenimento di livello sicuramente alto. D’ altro canto per vincere un Oscar come miglior film straniero oggi ci vuole proprio questo.

Amore, Giustizia e Storia in un unico film

( L' Attesa della giustizia )
Amore, Giustizia e Storia in un unico film
( Un Amore impossibile)

 


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