Amore, l’Antologia sull’Eros di Isabel Allende

Vittoria Averni

Qual è l’argomento prediletto di scrittori, cantautori e poeti? L’amore, sempre lui! Sarà perché per molti (se non per tutti) è uno dei misteri più strani, più incomprensibili, ma nello stesso tempo talmente forte e trascinante da avere la meglio (spesso) su razionalità e cinismo. E quindi eccolo, ancora una volta lui, protagonista dell’ultimo libro di una delle più famose scrittrici sudamericane, Isabel Allende: Amore, edito da Feltrinelli con la traduzione di Elena Liverani. Stavolta l’autrice cilena non ci propone un romanzo o una raccolta di racconti, bensì un’antologia delle sue pagine dedicate a questo folle sentimento. Una scelta quanto mai particolare e che sfortunatamente ha ben poco della bellezza e qualità dei suoi precedenti lavori. L’Allende infatti si era riproposta di parlare d’amore e di desiderio attraverso alcuni stralci tratti dai suoi libri, introdotti da brevi aneddoti personali e distribuiti nelle nove sezioni che compongono l’antologia, ma quello che in realtà si ritrova davanti il lettore è una raccolta di scene erotiche, senza dubbio molto belle e colme di pàthos, ma che già a metà lettura stancano parecchio. Perché del percorso spiegato dall’autrice nell’introduzione vi è ben poco: difatti attraverso i brani tratti dalle sue opere più note, la scrittrice cilena intendeva sviluppare un itinerario sull’amore e la passione, che andasse da Il risveglio a Nella maturità, dal Primo amore all’Amore duraturo, da La gelosia agli Amori contrastati, eppure questa distinzione, questi differenti aspetti del sentimento amoroso non si riescono a cogliere appieno e, se non fosse per le brevi presentazioni con note autobiografiche che danno inizio ai vari segmenti, non si noterebbero quasi per niente. Difatti, moltissimi brani non mettono in luce un determinato aspetto dell’amore, risultando spesso riconducibili ad un’unica grande sezione anche perché troppo somiglianti per poterli realmente e nettamente distinguere. Così si ha l’impressione di leggere ripetutamente la stessa scena, lo stesso incontro amoroso solo con protagonisti e location differenti. Sono molto pochi gli episodi che rispecchiano ed evidenziano davvero il tema prescelto, talmente pochi da lasciare infine una percezione così uniforme dell’antologia da non giustificare ben nove sezioni diverse.

Altro aspetto poco convincente del libro dell’Allende è la mancanza di corrispondenza tra il titolo e l’argomento trattato: infatti da un’opera chiamata Amore ci si aspetterebbe che il tema preponderante sia proprio quello, l’amore, sviscerato e analizzato da ogni sua prospettiva, magari dissacrato con quel pizzico di humor che contraddistingue lo stile dell’autrice, ma nella realtà il titolo non rispecchia quasi per niente il contenuto del volume, il quale avrebbe potuto benissimo avere in copertina parole come “Sesso” o “Eros” dato che la scrittrice cilena propone brani incentrati sugli incontri erotici dei suoi personaggi, che senza voler sembrare bacchettoni sono sì interessanti ma sicuramente non costituiscono l’unico aspetto dell’amore. E di questa divergenza stavolta non si può certo accusare la traduzione italiana che spesso lavorando molto di fantasia stravolge titoli di libri e film stranieri con esiti alquanto bizzarri, in quanto il nome dell’opera è esattamente lo stesso in lingua originale (Amor). Un’antologia quindi che non riesce nel suo intento, risultando durante la lettura poco emozionante e accattivante, anzi spesso fiacca e ripetitiva e che, eccettuate le simpatiche e leggere introduzioni ai capitoli, non permette di cogliere e apprezzare il grande talento di Isabel Allende solitamente molto abile nell’ingraziarsi il favore dei lettori, rendendo assolutamente piacevole e mai banale l’argomento trattato.