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Amore liquido

Creato il 05 aprile 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Amore liquido

Anno: 2010

Distribuzione: Distribuzione Indipendente

Durata: 90′

Genere: Drammatico

Nazionalità: Italia

Regia: Marco Luca Cattaneo

«A tempo debito, l’amore e la morte colpiranno;
solo che non abbiamo la benché minima idea
di quando tale ora scoccherà
»
Z. BaumanAmore Liquido

Forse la «relazione pura» (Anthony Giddens) citata da Zygmund Bauman nel saggio del 2003 Liquid Love. On the Frailty of Human Bonds (edito in Italia da Laterza, Amore Liquido, 2006) è quella che per Mario, il protagonista del film di Marco Luca Cattaneo, si consuma nella freddezza di un bagno pubblico di Bologna. Sesso orale con una sconosciuta. Scrive Giddens: «una delle caratteristiche della relazione pura è che può essere troncata, più o meno a proprio piacimento e in qualsiasi momento, da ciascuno dei due partner».

Cattaneo, sfruttando le potenzialità del linguaggio cinematografico, ha condensato in questa scena un complesso di elementi e di significati sfaccettati che la connotano come l’emblema estremizzato della relazione tascabile, usa e getta, istantanea e smaltibile. Non si tratta dell’unica scena forte di questo film di nicchia ma già pluripremiato (Premio come Miglior Film Italiano alla IX edizione del RIFF; Zenith D’or come Miglior Opera Prima al Festival des Films Du Monde di Montreal). Realizzato in quattro settimane in una Bologna deserta, il film si caratterizza per uno stile documentaristico, ottenuto mediante l’uso di videocamera digitale ad alta definizione. Il cast è composto da attori giovani e Stefano Fregni, nel ruolo di Mario, dà una prova di recitazione impressionante.

Amore liquido

La storia è ridotta all’osso e un po’ squallida, come la vita del protagonista, che è attraversata da una profonda ed ineluttabile solitudine. Mario abita in un appartamento desolante con la madre malata, fa il netturbino notturno e qualche volta rivende i rifiuti per arrotondare. Di notte intrattiene relazioni virtuali via chat e nel tempo libero vive le vite degli altri. I tempi della narrazione sono dilatati e vengono scanditi dal susseguirsi dei suoi pensieri e delle pulsioni. Sfiorare i capelli di una sconosciuta sull’autobus, masturbarsi di notte di fronte al computer…L’occhio della telecamera si accanisce senza tregua sul suo viso: prima la barba, poi le labbra, gli occhi, poi di nuovo la barba, il naso, a caccia di minuscole contrazioni che tradiscano l’eccitazione.

Il lento incedere dei giorni, sempre lo stesso tra il devoto accudimento della madre, con la quale Mario sembra intrappolato in rapporto al limite dell’incesto, le visite ai nipotini e gli appuntamenti pornografici sul pc, sarà minato da un incontro reale, così diverso ed esponenzialmente più complesso delle relazioni virtuali cui Mario è abituato.

Amore liquido

Questo film desolante, angosciante, a tratti ripugnante e grottesco descrive senza intenti moralistici la deriva sociale e sentimentale verso cui l’homo consumens (Z. Bauman, 2003) rischia di andare, evidenziando tristemente come, per dirla con Bauman: «la facilità del disimpegno e l’interruzione su richiesta dei rapporti non riduce i rischi; semplicemente li distribuisce – insieme alle angosce che sempre li accompagnano – in modo diverso».

(articolo originale: http://www.osservatoriopsicologia.it/2010/09/25/amore-liquido/)

Manuela Materdomini

Amore liquido
Scritto da Manuela Materdomini il apr 5 2012. Registrato sotto IN SALA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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