Amore, Parigi e un gelato al pistacchio
di Irene Pecikar

Autore: Irene Pecikar
Edito da: YouFeel / Rizzoli
Prezzo: 2.49 EUR
Genere: Romanzo romantico
Pagine: 157



Trama:
E se non vissero tutti felici e contenti?L’amore è guardare un film romantico mangiando un gelato al pistacchio ricoperto di nutella con una spruzzata abbondante di panna. È questo che pensa Samantha, certa che un buon gelato possa risolvere ogni cosa e che Parigi non sia affatto la città dell’amore. Samy di storie ne ha avute, e tutte l’hanno delusa. Ma se un giorno incontrasse il ragazzo di cui era innamorata al liceo e lui iniziasse a corteggiarla? E se Lorenzo, il suo migliore amico, fosse invece certo che cedere alla sua vecchia fiamma sia l’errore più grave che Samy possa fare? Come si può capire qual è la strada giusta da percorrere per trovare il proprio lieto fine?Tra yoga, training autogeno e i consigli di un prezioso guru milanese, una mamma invadente, una cugina insopportabile e un ritorno di fiamma, si snoda una storia d’amore e di amicizia farcita di romanticismo per un buonumore assicurato.
di Sarinique

Non lo so, però il romanzo di Irene Pecikar non mi ha affatto soddisfatta.
Insomma, il titolo è Amore, Parigi e un gelato al pistacchio! Mi aspettavo quanto meno una storia eccessivamente romantica e sdolcinata tra le vie di Parigi, una di quelle storie che fa appassionare e sognare noi lettrici convinte che l’amore vincerà su tutto e che niente può fermarlo eccetera eccetera…
Invece no, è una storia a metà tra Milano, Roma, Parigi e la Calabria e, diciamocelo, le parti trascorse nella capitale

Amore sì, c’è ed è uno dei temi centrali, però la love story principale ( tra chi lo scoprirete voi leggendo il romanzo ) non è trattata con abbastanza profondità e sentimento. Sembra un qualcosa iniziato per caso, continuato perché si è avuto fortuna che i due soggetti fossero compatibili e finita per un’incomprensione sulla quale non si è voluto approfondire. L’ho trovata molto sbrigativa e non mi ha fatto venir voglia di dire “devo correre a leggere per sapere come va a finire!”.
Mi ha molto più entusiasmata la relazione tra Samy, la protagonista, e sua cugina, con la quale ha un pessimo rapporto.
Poi arriva il gelato al pistacchio…
Se è un elemento del titolo, il lettore si aspetta che abbia un ruolo centrale nella storia. Io, ad esempio, mi immaginavo la protagonista con il cuore spezzato che, davanti ad un film straziante e con indosso un pigiama largo di ciniglia, si consola mangiando chili e chili di gelato al pistacchio come se non ci fosse un domani, oppure pensavo che i due innamorati si conoscessero in una gelateria di Parigi ordinando entrambi lo stesso gelato al pistacchio e che da lì nascesse un amore da colpo di fulmine.
Invece no, ogni tanto si diffonde nell’aria un aroma al pistacchio, fine.

Il lettore già dal titolo si fa una prima idea del libro, di cosa si parlerà, ecc ecc… Ovviamente quello che si immagina non sarà sempre quello che poi andrà a leggere, ma sarà almeno coerente con il titolo!
In questo romanzo succede tutto troppo in fretta, senza molte spiegazioni, ci sono storie che iniziano e finiscono senza un perché, vecchi scheletri che ritornato nell’armadio quando servono e tante altre carenze.
Non mi sento però di dire di non leggerlo assolutamente, perché, come penso che ogni luogo vada visitato per poter dire se è bello o no, così credo che ogni libro detta essere letto per darne poi un proprio giudizio.



