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Amorestima

Creato il 09 settembre 2010 da Renzomazzetti
BICEFALO - Vuoto o con il cervello? E... il cuore?

BICEFALO - Vuoto o con il cervello? E... il cuore?

 

Riprendo la tua lettera del 14 agosto. Ciò che scrivi di Leonardo da Vinci non mi pare né giusto né esatto; probabilmente di Leonardo tu hai avuto occasione di vedere molto poco come artista e di conoscere ancor meno come scrittore e come scienziato. Ma è certamente inesatto il giudizio che mi attribuisci, secondo il quale “avere dell’amore per uno scrittore od un altro artista non è lo stesso che avere per lui della stima“. Non ho potuto mai scrivere una simile… banalità! Me ne avrebbe tenuto lontano, se non altro, il ricordo di un certo numero di lavori teatrali ispirati dal filisteismo universale, in cui questi temi dell’ “amore senza stima“ e della “stima senz’amore“ hanno trovato tutta una serie di applicazioni alla vita coniugale. Forse io ho distinto il godimento estetico e il giudizio positivo di bellezza artistica, cioè lo stato d’animo di entusiasmo per l’opera d’arte come tale, dall’entusiasmo morale, cioè dalla compartecipazione al mondo ideologico dell’artista, distinzione che mi pare criticamente giusta e necessaria. Posso ammirare esteticamente Guerra e Pace di Tolstoi e non condividere la sostanza ideologica del libro; se i due fatti coincidessero Tolstoi sarebbe il vademecum, “le livre de chevet“. Così si può dire per Shakespeare, per Goethe e anche per Dante. Non sarebbe esatto dire lo stesso per il Leopardi, nonostante il suo pessimismo. Nel Leopardi si trova, in forma estremamente drammatica, la crisi di transizione verso l’uomo moderno; l’abbandono critico delle vecchie concezioni trascendentali senza che ancora si sia trovato un ubi consistam morale e intellettuale nuovo, che dia la stessa certezza di ciò che si è abbandonato. Per ciò che riguarda la prossima ripresa della tua attività, i consigli che ti posso dare sono molto scarsi e generici. Mi pare tuttavia che possano essere di una qualche utilità, se ti decidi a seguirli. A me pare che non si tratti di leggere questo o quel libro, quanto di avere un indirizzo e pertanto di proporsi dei fini determinati. I fini che tu dovresti proporti, per utilizzare una parte non indifferente della tua attività passata, sarebbero secondo me questi: di diventare una traduttrice dall’italiano sempre più qualificata. Ecco cosa io intendo per traduttrice qualificata: non solo la capacità elementare e primitiva di tradurre la prosa della corrispondenza commerciale o di altre manifestazioni letterarie che si possono riassumere nel tipo di prosa giornalistica, ma la capacità di tradurre qualsiasi autore, sia letterario, o politico, o storico o filosofo, dalle origini ad oggi, e quindi l’approfondimento dei linguaggi specializzati e scientifici e dei significati delle parole tecniche secondo i diversi tempi. E ancora non basta: un traduttore qualificato dovrebbe essere in grado non solo di tradurre letteralmente, ma tradurre i termini, anche concettuali, di una determinata cultura nazionale nei termini di un’altra cultura nazionale, cioè un tale traduttore dovrebbe conoscere criticamente due civiltà ed essere in grado di far conoscere l’una all’altra servendosi del linguaggio storicamente determinato di quella civiltà alla quale fornisce il materiale d’informazione. Non so se mi sono spiegato con abbastanza chiarezza. Credo però che un tale lavoro meriterebbe di essere fatto, anzi meriterebbe di impegnarvi tutte le proprie forze. Aggiungo che continuo, in modo da raggiungere il massimo di qualifica, la specializzazione. Carissima Iulca, ti abbraccio teneramente.

Antonio

 

DAL CARCERE  5 settembre 1932

DAL CARCERE 5 settembre 1932

PASSATO, PRESENTE, FUTURO

Io fui. Ma quel che fui più non ricordo:

polvere a strati, veli, mi camuffano

questi quaranta volti disuguali,

logorati da tempo e mareggiate.

Io sono. E quel che sono è così poco:

rana fuor dello stagno che saltò,

e nel salto, alto quanto più si può,

l’aria di un altro mondo la schiattò.

C’è da vedere, se c’è, quel che sarò:

un viso ricomposto innanzi fine,

un canto di batraci, pure roco,

una vita che scorre bene o male.

-José Saramago-

 

OCCHIO E TEMPO AIUTANO LA VERITA’;

FRETTA E DUBBIEZZA AIUTANO IL FALSO.

-S E N E C A-

 

VIVRAI DOMANI ?

VIVERE OGGI E’ GIA’ TARDI:

IL VERO SAGGIO E’ VISSUTO IERI.

-M A R Z I A L E-

... pensare... pensare... e... riflettere ... riflettere ... riflettere...

... pensare... pensare... e... riflettere ... riflettere ... riflettere...

 

IL FUTURO

IL FUTURO SI NUTRE DEL PASSATO

E DIVIENE PRESENTE. -Renzomazzetti-

 


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COMMENTI (1)

Da Franco da Lucca
Inviato il 11 settembre a 22:40
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Ho riletto con piacere questo brano tratto dai Quaderni dal Carcere e lo trovo sempre attuale e stimolante. La grandezza del pensiero gramsciano e' quella di meritare l'attenzione in qualunque momento storico lo si legga perche' ti avvolge e ti indica con chiarezza che nella vita bisogna scegliere sempre tra il bianco ed il nero, evitare i grigi e le sfumature, ed una volta fatta la scelta esserle fedele anche a costo della vita.