Amori in Viaggio – Malaikadany: Il Kenya nel Mio Destino

Creato il 19 ottobre 2014 da Sunday @EliSundayAnne

Oggi si apre una nuova sezione, qui sul blog: AMORI IN VIAGGIO.

Dopo il successo riscosso dal punto 9 (“Innamoratevi”) del post Viaggiare da soli: 10 lezioni imparate in 12 mesi sulla strada, e dopo aver ricevuto richieste varie di capire meglio come io avessi applicato tale punto ai miei viaggi (leggi: raccontaci le tue avventure, vogliamo i teleromanzi a puntate!), ho deciso di dare il via a questa nuova rubrica. Per darvi dieci minuti di gioia, ma anche per non farvi sentire soli: in fondo, chi non ha mai combinato qualche disastro sentimentale, in uno dei suoi viaggi?

Poiché io amo le belle storie d’amore che sbocciano in viaggio (e non solo le situazioni insolite in cui mi metto io), questa sezione ospiterà anche le storie altrui: alcune anonime, altre no, come questa che va a inaugurare la rubrica. La storia d’amore di Malaikadany, che è volata dall’Italia al Kenya all’Olanda col marito kenyota e una splendida bambina ricciuta al seguito.

Ho sempre pensato che nulla accada per caso. Ed è per una serie di strane coincidenze, se così vogliamo chiamarle, che la mia vita è cambiata radicalmente nel 2008, quando in Kenya ho incontrato quello che sarebbe diventato mio marito.

Ma partiamo dall’inizio.

Ero alla fine del mio anno di servizio civile presso Legambiente Marche e, per festeggiare la sua pensione, mio padre decise di portarmi con lui in vacanza in Kenya, destinazione che lui aveva visitato già diverse volte. Io non sono amante dei villaggi turistici, ma non avrei mai rinunciato ad un viaggio e alla compagnia di mio padre!

Sebbene l’impatto con il Kenya fosse stato amore a prima vista, di sicuro non lo è stato con il villaggio e tutta l’atmosfera da “bolla turistica”: fortunatamente il luogo era incantevole, immerso nel Parco Marino di Watamu, e i turisti molto pochi.

Malindi, Parco Marino

Io fin da subito mi sono isolata dal “gruppo” per dedicarmi alla scoperta della zona circostante in piena autonomia e durante uno dei primi giorni conobbi P., animatore al villaggio dal sorriso abbagliante.

E’ stato lui da farmi da guida alla scoperta di Malindi, dove su mia richiesta abbiamo evitato le zone turistiche per invece scoprire la vera città, quella nascosta agli occhi del turismo e accessibile solo a qualche viaggiatore più avventuroso: giravamo in tuk tuk e sui Matatu, abbiamo mangiato alle bancarelle locali e assaggiato vino di cocco fatto in casa, nelle periferie Malindine. E’ stata una giornata meravigliosa, senza pretese e senza malizia, ma fatta di momenti di vita reale, di racconti e di sorrisi che ti riempiono l’anima.

Una settimana ahimè passa molto in fretta, ma il Kenya aveva ormai fatto breccia nel mio cuore e avevo già da prima di partire quello che molti definiscono il Mal d’Africa.

Taita

Rientrata a casa avevo una certezza assoluta: dovevo partire. Quello non era più il mio posto, dovevo riscoprire me stessa ed ero fermamente convinta che sarei dovuta tornare in Kenya perché quello era il mio destino, non ne avevo dubbi!

E così ho iniziato in quella che veniva definita impresa impossibile da molti, e cioè cercare un lavoro in Kenya in un momento in cui il paese era da poco uscito dalla guerra civile: passavo le mie giornate a mandare curriculum e lettere di presentazione a tutti gli hotel e villaggi, a contattare tour operator e agenzie turistiche: mai ho pensato che non ci sarei riuscita! La tenacia e la costanza in breve tempo mi hanno ripagata, e sono riuscita ad entrare in contatto con un imprenditore italiano che aveva un albergo e alcune proprietà a Malindi: in meno di un mese sarei di nuovo ripartita per lavorare con lui nei suoi residence!

Quando sono tornata a Malindi mi sentivo finalmente libera e felice, anche se non mi piaceva la netta distinzione tra “bianchi” e “neri” e la totale divisione di classi sociali: non ero sicuramente tornata in Africa per vivere tra gli italiani, in fondo!

In breve tempo ho capito che quel lavoro e ambiente non facevano per me, e grazie a P. con cui ero rimasta in contatto, mi sono buttata e ho affittato un piccolo appartamento nella campagna di Watamu, ricominciando veramente da zero a cercar lavoro e a ricostruirmi una vita, quella dove potevo essere io senza filtri e senza pregiudizi (e in quel momento anche senza soldi!).

Campagna di Watamu

Una volta realizzato che non avevo bisogno di altro, e innamorata della persona che mi aveva fatto scoprire quel paese meraviglioso, tutto è andato per il meglio: ho trovato un lavoro che mi bastava per mantenermi e condividevamo quella vita semplice e sicuramente nuova per entrambi, dove due culture diverse dovevano convivere e imparare a conoscersi.

Da quel momento, nonostante le molte avversità che abbiamo vissuto e le difficoltà che tutt’ora incontriamo nel quotidiano, siamo diventati inseparabili, nonchè la dimostrazione che

le difficoltà, se affrontate insieme e con coraggio, sono superabili. Click To TweetPowered By CoSchedule

Ancora oggi, guardando negli occhi profondi di nostra figlia, rivedo i giorni in cui ero in Kenya e in cui mi sono innamorata di suo padre e del suo paese, ed io ero libera e felice di essere lì, a seguire il mio cuore.

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Daniela è l’autrice di un bellissimo blog motivazionale:

Malaikatravel – Cambiare vita e viaggiare, dal Kenya all’Olanda.

Il mio post preferito: Fuori dal coro.

“Non ho mai amato esser parte del gregge, pensarla come gli altri o identificarmi all’interno di uno schema o pensiero: io sono io, e faccio le cose a modo mio. La vita mi piace godermela ai miei ritmi, mi piace scriverla senza ascoltare troppi suggerimenti. A volte vado contro quello che sembra essere il buon senso, seguo l’istinto e non le convenzioni”.

La trovate anche su Facebook Malaikatravel, Twitter @malaikadani e Google+ +DanielaGallucci


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