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Amour

Creato il 22 febbraio 2013 da Misterjamesford
AmourRegia: Michael HanekeOrigine: Austria, Francia
Anno:
2012Durata: 127'
La trama (con parole mie): Georges e Anne sono due anziani insegnanti di musica ancora legati all'ambiente, insieme da una vita, colti ed ormai lontani dai figli, tutti presi dalle loro vite e famiglie.Quando la donna è colpita da un grave ictus la vita della coppia cambia radicalmente: Anne vorrebbe morire, Georges tiene duro cercando di mantenere la stessa indipendenza che i due hanno sempre mostrato facendo ad un tempo coraggio anche alla sua compagna, promettendole di non riportarla per nessun motivo in ospedale.Le condizioni di Anne, tuttavia, progressivamente peggiorano fino a farla regredire ad uno stadio quasi infantile, e per Georges si presenteranno dilemmi sul futuro che l'uomo cercherà di affrontare senza tenere conto delle pressioni della figlia Eva e di suo marito.
Amour
A volte il mondo del Cinema è proprio strano: un Autore - di quelli con la A maiuscola - che da decenni incanta il suo pubblico, lo sorprende, fa incetta di premi in giro per il mondo di colpo, senza un motivo esplicito - come il fatto che sia morto, ad esempio - esplode letteralmente anche rispetto alle grandi platee e diviene, senza se e senza ma, una moda, finendo per raccogliere anche più di quanto si sarebbe mai potuto aspettare e, forse, avrebbe in qualche modo meritato.
Michael Haneke è uno dei protetti europei del Saloon sin da quando, ormai diversi anni fa, incrociai il suo cammino recuperando in edicola la versione Vecchio Continente di Funny Games, che mi colpì come un pugno in piena faccia ed originò un recupero rapido e deciso delle opere fino a quel momento conosciute del regista austriaco: ricordo lo sconcerto e la sensazione di disagio che molti dei suoi lavori lasciarono nel sottoscritto, da La pianista a Il tempo dei lupi, fino all'esplosione che furono Niente da nascondere e Il nastro bianco, opere gigantesche destinate a diventare dei veri e propri Classici, pur se insoliti rispetto all'idea comune del concetto.
Quello che non ho mai pensato di Haneke in tutto questo tempo, anche grazie al suo Cinema e nonostante le Palme d'oro e similari che hanno continuato a piovere su quello che ho sempre considerato un "regista entomologo" dell'animale che è l'Uomo, si è invece concretizzato con Amour, vincitore all'ultimo Festival di Cannes e ricoperto d'oro anche dalla critica USA in vista degli imminenti Academy Awards: il vecchio, spietato Michael si è imborghesito, e anzi, mi è quasi diventato un radical chic della peggior specie.
Senza dubbio, infatti, Amour è un ottimo prodotto, realizzato come una rappresentazione da camera sfruttando inquadrature fisse e movimenti di macchina statuari - un approccio reso grande dal Maestro Ozu -, interpretato magnificamente dai due ultraottantenni Jean Louis Trintignant ed Emmanuelle Riva, capace di emozionare con almeno un paio di sequenze strabilianti - il confronto finale tra Georges ed Anne ed il faccia a faccia tra il primo e l'infermiera licenziata -, eppure non riesce ad essere efficace ed assolutamente dirompente come mi avevano abituato ad essere i suoi film: non so se sia perchè la malattia e la decadenza della vecchiaia - così come, in una certa misura, la "dolce morte" - sono un argomento sensibile che difficilmente viene osteggiato in sede di Festival, o perchè le parentesi clamorosamente autoriali - non tanto date dalla fissità del ritmo, quanto da passaggi come le inquadrature dedicate ai dipinti, assolutamente ininfluenti - hanno finito per irritarmi profondamente, ma nello stesso ambito il ritorno emotivo della visione è stato decisamente più forte in A simple life, recuperato di recente da queste parti e toccato da ispirazioni simili, ed il risultato mi è parso perfino troppo tirato per le lunghe nonostante l'indubbia forza del messaggio, tanto da costarmi un appisolamento proprio sulla scena finale rinfacciatomi selvaggiamente da Julez, che aveva nel frattempo passato la maggior parte del tempo della visione prendendo amabilmente per il culo Haneke ed i suoi presunti "fermi immagine".
Comunque, non lasciatevi ingannare troppo da questa mia severità: parliamo comunque di un signor film girato da un signor Autore, che probabilmente ora riscatta il credito guadagnatosi con una carriera costellata di pellicole clamorose, dunque se dovesse capitare, non tiratevi indietro.
Solo armatevi di pazienza e coraggio - in fondo, i temi trattati non sono affatto una passeggiata, soprattutto se siete felicemente accoppiati - e preparatevi ad un'esperienza con la settima arte tutt'altro che semplice, e piuttosto sofferta.
Non pensiate, però, di essere di fronte all'Haneke in grado di compiere il miracolo di illustrare la violenza ed il Male presenti nel cuore umano facendolo passare per una sorta di algida fiaba da villaggio di montagna.
MrFord
"Don't know what's comin' tomorrow,
maybe it's trouble and sorrow;
but we'll travel the road, sharin' our load,
side by side."Ray Charles - "Side by side" -

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