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Amour di Haneke: a qualcuno piace sadico

Creato il 01 novembre 2012 da Emeraldforest @EmeraldForest2

Regia: Michael Haneke

Interpreti principali: Jean-Louis Trintignant, Emmanuelle Riva, Isabelle Huppert

Uscita al cinema: giovedì 25 ottobre

Amour di Haneke: a qualcuno piace sadico

Due anziani coniugi francesi, Georges e Anne, vivono tranquillamente la loro vita quando un oscuro male irreversibile sembra colpire l’anziana donna.
Di una perfezione stilistica che sfora nel maniacale, il regista, Michael Haneke, non risparmia mai nulla al pubblico, indugiando il più possibile su ogni particolare umiliante che malattia e decadenza senile possano comportare. La mancanza voluta e completa di ogni pathos e patetismo nei confronti di oggetti di per sé patetici sembra più condurre sulla strada della disumanità e della oggettificazione dell’altro piuttosto che sul tragico e sul sublime.

Alcuni commentatori sono anche riusciti, ingannati dal titolo, a intravedere qualcosa di dolce in questa storia, quando volutamente e ironicamente non è presente alcuna traccia. Anzi al contrario, è evidente una certa dose di voyeurismo con tendenze sadiche nell’approccio alla storia. Forse si tratta di un tentativo di esorcizzare una vecchiaia e una morte sentite tremendamente vicine da parte dell’autore settantenne.

Non dimentichiamo, infatti, che anche quando si parla di “realismo” l’autore è sempre un filtro con la sua poetica e visione di vita, in questo caso un filtro decisamente pessimista e sfiducioso nell’animo umano.

In realtà, però, nella realtà, non è deciso e determinato che ci si riduca necessariamente soli come cani in vecchiaia: se si è completamente soli probabilmente è perché si è sbagliato più di qualcosa nel passato, ma “Amour” di Haneke non è assolutamente interessato ad accennare cause, errori, etc. Ci sono solo i fatti e i fatti sono che la vecchiaia può essere solo una tragedia, a cui porre narcisisticamente fine se possibile.

La mia domanda provocatoria a questo punto è: dato che si sa che la vita per molti è quello che è, c’è davvero bisogno di film così mortiferi e spietati? E c’è bisogno pure di farli vincere a Cannes?

Intendo: esiste davvero qualcuno che non è consapevole che prima o poi dovrà invecchiare e morire?

Forse diversi “incoscienti” in materia possono anche esistere, ma “Amour”, con le sue modalità e espressioni così di nicchia, difficilmente attirerà e raggiungerà mai davvero questa tipologia di pubblico.



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