Dal carcere di Spoleto una poesia di Sebastiano Milazzo, ricevuta, copiata e pubblicata
Le notti vissute senza sonno
simulano gli amplessi
di chi è avvezzo a contare
giorni sempre uguali
con la stessa vogia
di donne fragranti.
In quel preciso momento
vivono situazioni astratte
figlie di un solo enigma
e ogni pensiero si prostituisce
per chiamarsi vita.
In quel baleno
la duna si alza obliqua
e un piccolo sole
illumina chi è sepolto
sotto l’ombra di ragni neri.
In quelle notti
nessuno s’attende magie
nemmeno il sangue che
all’improvviso sale
e poi scende giù
alla medesima velocità.
Un sangue che rompe la nebbia,
fa battere piano le ciglia,
mentre una lacrima muore
rigata dietro spente comete.