Mica storia di Amsterdam, come sarebbe fin troppo scontato. Ma biografia, lo stesso termine che siamo abituati a leggere o ad adoperare per un pittore o un capo di Stato.
Bello e sorprendente, Un'idea di libertà di Geert Mak (Bruno Mondadori editore). Per come è scritto e per tutto ciò che racconta di questa straordinaria città, fuori da ogni luogo comune - tulipani e droga libera, per intendersi.
Amsterdam, città letteralmente strappata alle acqua, villaggio di pescatori che nasce intorno all'anno Mille da un tratto del fiume Amstel interrato. Amsterdam che nel giro di poche generazioni impone al mondo un'incredibile egemonia, con i suoi commerci e le sue navi che solcano gli oceani. Amsterdam che non si rinchiude nelle mura e che si fa forte dei profughi che gli arrivano dal resto d'Europa, siano gli artigiani inglesi o gli ebrei sefarditi del Portogallo. Amsterdam, ancora, che sarà luogo di tolleranza e libertà, come tale ricordata da Descartes e Voltaire. E non a caso sarà proprio ad Amsterdam che John Locke scriverà la sua Lettera sulla Tolleranza.
E ancora i grandi pittori, gli esploratori, i banchieri. Fino ad alcune indimenticabili - e da me finora completamente ignorate - figure del ventesimo secolo, uomini che hanno provato a reinventare la città, inseguendo utopie sociali e ideali urbanistici.
Che bel libro. Uno di quei libri che ci si fa un torto a voler riassumere in poche righe. Perché in realtà è un mare intero di storie, in cui è semplicemente bello perdersi.