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“Anaconda 3 – La nuova stirpe” (“Anaconda 3:The Offspring”)

Creato il 14 marzo 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

“Anaconda 3 – La nuova stirpe” (“Anaconda 3:The Offspring”)

 

Anno: 2008

Cast: David Hasseloff, Crystal Allen, Ryan McCluskey, Patrick Regis, John Rhys-Davies

Durata: 91’

Nazionalità: Usa/Romania

Produzione: Castel Film Romania/Hollywood Media Bridge

Regia: Don E. Fauntleroy

Sceneggiatura: Nicholas Davidoff, David Olson

 

Passano quattro anni e, dopo i non esaltanti incassi del secondo capitolo, anche la serie di Anaconda sconfina nel mare magnum dei prodotti esclusivamente realizzati per i canali satellitari o destinati ad uscire direttamente in dvd, catapultandosi prepotentemente nelle zone più infami del genere. D’altra parte il ragionamento dei produttori di queste operazioni è chiaro: si trovano set e manovalanza in est-europa, si mette insieme un cast di cani sciolti con comparsate scult di qualche ex-star decaduta e si chiama un “tecnico” non-regista a tenere a bada il tutto.

Detto fatto: qui troviamo l’improbabile scenario dei monti Carpazi in Romania (non proprio un habitat per anaconde), un cast agghiacciante e terribilmente fuori posto capitanato da un tristissimo David Hasseloff, e  tutto viene messo in mano al direttore della fotografia dei due Jeepers Creepers, che fa di tutto per far rimpiangere l’ottimo lavoro svolto nei due film precedenti di Salva. In uno scenario così desolante, comunque, qualcosa di cui vale la pena parlare c’è e sicuramente gli amanti dell’orrido puri e duri, con pochi peli sullo stomaco, avranno da divertirsi in abbondanza.

“Anaconda 3 – La nuova stirpe” (“Anaconda 3:The Offspring”)

Per prima cosa si elimina totalmente la componente avventurosa dei primi due capitoli a favore di un action-horror puro: le anaconde diventano dei mostri spaventosi che poco o niente hanno a che fare, anche esteticamente, con gli animali originali, e l’idea di ingigantirli all’inverosimile (si parla di 30 metri di serpente) e piazzargli una spada al posto della coda è tanto assurda che, in un contesto del genere, risulta quasi geniale. E poi se è vero che le anaconde sono realizzate interamente in una CG piuttosto scadente e con un design non proprio affascinante, almeno non tardano neanche un secondo a mostrarsi, falciando persone e producendo cadaveri dopo neanche 5 minuti di film. È forse l’episodio della serie in cui i serpentoni fanno più stragi e l’unico in assoluto dove entra a gamba tesa un elemento che è sempre mancato a tutti i precedenti capitoli: il gore.

Qui è un tripudio di teste strappate, persone infilzate e animali vomitati, e bisogna anche dire che qualche snake-attack, potenzialmente, non è affatto male (la lunga sequenza nella fattoria, la morte/sacrificio del negro buono), e, più in generale, tutto quanto scorre con un ritmo più che decente senza che subentri la noia. E poi per tutti gli amanti dell’incredibile è da segnalare la presenza dell’alcolizzato (ex) bagnino di Baywatch nei panni del duro-cacciatore-doppiogiochista-che-fa-il-simpatico.

“Anaconda 3 – La nuova stirpe” (“Anaconda 3:The Offspring”)

E se ciò non dovesse bastare, c’è sempre la sceneggiatura che, pur muovendosi su coordinate che dire stra-abusate per il genere è poco, è ricca di situazioni e dialoghi davvero esilaranti: un’esperta di erpetologia, che parla continuamente di anaconde “regine” e non si pone alcuna domanda su come facciano a sopravvivere in un ambiente come la Romania (e l’inspiegabile sequenza d’apertura lascia intendere addirittura che le anaconde siano state catturate da Hasseloff in persona in mezzo ad un bosco romeno, come se fosse normale), sempre l’ex-bagnino che tratta pezzi di altissimo bracconaggio dentro un bar come se stesse vendendo caramelle, la dottoressa che riesce a scappare all’anaconda poiché, sporca di fango, si mimetizza con il terreno; e ancora, tutte le sequenze che dovrebbero risultare drammatiche, in cui disperatamente si tenta di salvare persone “ferite” come neanche in guerra (in realtà sono assolutamente morte, visto che hanno arti masticati, amputati e buchi grossi come tunnel nello stomaco), o l’incredibile combattimento kung-fu finale, talmente improvviso, assurdo ed esilarante che non se ne vedevano similari da Missing in action II con il buon Norris.

“Anaconda 3 – La nuova stirpe” (“Anaconda 3:The Offspring”)

Quello che distrugge impietosamente questo capitolo, e che davvero si fa fatica ad accettare, è la sciattezza con cui è girato tutto quanto: raccordi tra inquadrature inesistenti, scene di scarto montate in mancanza di altro (nella sequenza in cui la dottoressa è intrappolata dentro un auto in fiamme con l’anaconda che la circonda è possibile vedere dei “curiosi” che passeggiano sul fondo dell’inquadratura), attori, già cani di loro, lasciati totalmente a piede libero ed insistenti camera-car di rara bruttezza (realizzati in blu-screen e fatti molto peggio delle già non eccezionali anaconde precedenti). Anaconda 3 non è assolutamente il peggior direct-to-dvd del genere (come si legge esageratamente in giro), ma fa cascare le braccia il trattamento che ha subito un film che, almeno sulla carta, si era promesso di aggiustare il tiro dei precedenti, cercando di fare felice tutto quel pubblico che cercava un horror “splatter” con i mostruosi serpenti protagonisti.

Così l’unico pubblico che applaude e può apprezzare è quello irriducibile del cinema de**erda. “Aho, mejo de gnente” avranno pensato i produttori, visto che questo compendio di ca**ate  continua con gli stessi personaggi sopravvissuti nel quarto Anacondas trail of blood (girato ovviamente back to back), al momento ultimo capitolo della serie.

Raffaele Picchio


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