Nell’estate del 1948 la scrittrice Anaïs Nin appuntò sul suo diario: «La vita a Los Angeles non è tossica come a New York. La vicinanza con l’Oriente e con il Messico ha reso la gente meno ossessivamente ambiziosa e più innamorata della vita. Tutti hanno un giardino e la gente non è asservita agli orologi. I giapponesi hanno progettato i giardini, i messicani influenzano il ritmo. Si sente la presenza del deserto quando la gente parla dei venti di Santa Ana, che ricordano il simum di Mallorca. Si sente la fertilità dei canyon, e la presenza del mare». L’anno dopo, nel 1949, Anaïs Nin decise di dividersi fra New York e Los Angeles condividendo queste due città con due compagni che sapevano poco o niente l’uno dell’altro: a New York con il marito di sempre Hugh Guiler e a Los Angeles con un nuovo amore che le fu accanto sino alla morte, Rupert Pole. Nel 1954 Gunther Stuhlman divenne l’agente letterario della Nin, nel 1966 venne pubblicato il suo primo Diario (all’epoca non si sapeva ancora, ma per questioni di tutela di privacy era un diario censurato) in cui vengono descritti gli anni 1931-1934 ovvero il periodo in cui visse in Francia e frequentò lo scrittore Henry Miller, l’artista Antonin Artaud e lo psicanalista Otto Rank.
Con la pubblicazione del diario e l’improvvisa fama, Anaïs Nin divenne un punto di riferimento per le donne: beniamina e ambasciatrice della libertà e dell’ indipendenza femminile si costruì un personaggio che per molto tempo mascherò una parte del suo io, questa era la natura di Anaïs Nin: una persona dotata di incredibile magnetismo che celava una complessa fragilità. Quando Barbara Kraft iniziò a frequentarla, nel febbraio del 1974, non conosceva ancora tutte le sue sfumature: il libro Anaïs Nin. The last days pubblicato negli Stati Uniti nell’agosto del 2013 dalla casa editrice Pegasus Books è proprio il racconto di questa graduale scoperta, dall’incontro all’amicizia che cambiò la vita della Kraft e legò le due donne in quegli ultimi anni, fino al 14 gennaio 1977, quando la scrittrice morì dopo una lunga malattia. Anaïs Nin assegnò a Barbara Kraft il compito di raccontare i suoi ultimi anni, colmando dunque il vuoto dei Diari che, pur coprendo anche il 1977, per scelta della stessa scrittrice non raccontano la malattia. E i Diari non raccontano neanche nulla di Rupert Pole, l’ultimo compagno che la curò e la colmò sempre di attenzioni. Fra le pagine del libro Anaïs Nin. The last days leggiamo:
«Devo il mio cambiamento a Rupert» disse sorridendo verso di lui «sono rinata trasferendomi all’Ovest con Rupert. Ho seppellito il passato e ho scoperto una tranquillità ed una serenità qui del tutto nuove per me».

Dear Anaïs,
This is today’s love letter…
The sun sweeps across the sea pulling
A net of draining diamonds
Gems of pure light, radiant,
More precious than the hard kind.
The essence of beauty
Is in the experience of it,
Not in the possession of it.
Barbara Kraft, Anaïs Nin. The last days, agosto 2013, Pegasus Books.
Barbara Kraft vive e lavora a Los Angeles; è giornalista e reporter per Time e collabora con Washington Post, People, USA Today e Architectural Digest. I suoi lavori sono apparsi anche su The Hudson Review, Michigan Quarterly, Canadian Theatre Review e Columbia Magazine. Fra le sue interviste più celebri ricordiamo quelle realizzate ad Henry Miller (con cui strinse amicizia negli ultimi anni di vita dello scrittore) ed al drammaturgo Eugène Ionesco. E’ autrice dei libri The Restless Spirit: Journal of a Gemini e di Anaïs Nin. The last days, libro pubblicato recentemente negli Stati Uniti di cui abbiamo scritto in questo articolo.

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