Le occasioni per poter governare il paese ci sono state, almeno due chiare.
La prima si fa risalire al novembre 2011 quando il governo Berlusconi si dimise e lasciò i poteri di azione al Presidente della Repubblica, che alla luce della non volontà soprattutto del Partito Democratico di correre per nuove elezioni (che avrebbero sicuramente sancito la loro vittoria, n.d.a.) , decise di convocare un governo tecnico che traghettasse l’Italia nel difficile periodo di crisi economica a cui stava andando in contro.
La seconda opportunità è rappresentata dalle ultime elezioni politiche del 24 e del 25 febbraio, dove scelleratamente da partito favorito è riuscito a dimezzare i propri consensi, e nonostante la vittoria di coalizione per un misero 0,4% rispetto alla coalizione di destra che gli ha permesso di ottenere il premio di maggioranza previsto dal Porcellum (la legge elettorale , n.d.a.) , non si può dire che abbia vinto. È riuscita dove tutti gli altri hanno sempre fallito, cioè suicidarsi politicamente e nonostante l’appeal sempre maggiore che stava acquistando il Movimento 5 Stelle, i suoi consensi, alla fine della campagna elettorale, escludendo i sondaggi, erano quasi simili a quelli del PDL,(appunto 124mila voti di differenza , n.d.a.) nonostante l’immorale e deplorevole gestione di questi anni e nonostante la perdita di credibilità del loro lider maximo Silvio Berlusconi. Le opportunità ci sono sempre state. Solo non sono state sfruttate a dovere per colpa di una cattiva gestione nella conduzione e nelle scelte del partito. Questa evidente sconfitta nelle ultime elezioni fa capire quanto è necessario un cambio di rotta, a partire dall’establishment del partito che dovrebbe intuire, abbandonando una linea politica che fa pensare soltanto a meri interessi personali, di dover cambiare l’impostazione di base del partito, iniziando a dimostrare al proprio elettorato di saper scegliere anche una linea intransigente e quindi fare proprie, pragmaticamente, le parole trasparenza ed onestà.
Cibal