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Analisi transazionale: gli stati dell'io

Creato il 28 febbraio 2012 da Raffy87
Tutti gli uomini tendono ad avvicinarsi al "bene", "al bello", al "sorriso". Una persona dice "io voglio!" quando una cosa è per lei piacevole. Abbinare, quindi, il passaggio di conoscenze al sorriso favorisce l'apprendimento cognitivo.
Per studiare la complessità dell'uomo, l'Analisi Transazionale ha individuato alcuni stati dell'io:
  • archeo-psiche (io bambino),
  • estero-psiche (genitore interiore),
  • neo-psiche (io adulto).
L'"io bambino" è la parte che "licita", per permette al fiore di sbocciare. Questa parte dell'io trae energia da domande come "cosa ti piace?".Analisi transazionale: gli stati dell'io Quando un bambino sente delle regole da parte di una persona per lui autorevole interiorizza queste regole inserendole nella propria struttura psichica. L'"io genitore" è ciò che ci dice cosa si può fare e cosa non si può fare ed è un fortissimo giudice interno che permette di sopravvivere nella società.Nell'adolescenza a volte si manifesta una contrapposizione tra l'"io genitore" e il genitore che può assumere atteggiamenti normativi o affettivi.Analisi transazionale: gli stati dell'io L'"io adulto" ha la particolarità di porsi una domanda "perché, qui ed ora, stra succedendo ...?". Questo stato dell'io è un grande raccoglitore di dati.Analisi transazionale: gli stati dell'io Analisi transazionale: gli stati dell'io L'"io bambino" è il motore dell'intero sistema e permette di affrontare qualunque problema. Il genitore, invece, parla senza oggetto, usando verbi impersonali. L'"io adulto", infine, è la chiave che apre i problemi. I problemi sono, in questo caso, stanze da cui non si riesce ad uscire. L'adulto interno, quindi, muove le risorse interne ed esterne dell'individuo.Analisi transazionale: gli stati dell'io Quest'approccio dovrebbe essere alla base di ogni azione educativa e riabilitativa. In questi due campi, infatti, manca tantissimo l'"io bambino" che, come ho detto poco fa sarebbe il motore più potente da attivare.

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