Riguardando queste foto scattate in tanti momenti diversi mi affiorano inevitabilmente tantissimi ricordi. Ma forse quello più impresso, più forte, è la libertà. Vivere in una città nuova, da soli, ti fa sentire più vivo che mai. Per me era una continua scoperta, soprattutto perchè a Vienna di cose da scoprire ce ne sono. Non se ne ha mai abbastanza della sua architettura, storia e arte. Sei mesi non bastano, ma penso di aver colto una parte della sua anima. E ne sono soddisfatta. Mi vengono in mente il mix di strumenti che sentivo suonare dalla mia finestra ad ogni ora del giorno (perchè Vienna è musica!), scoprire nuove vie intorno casa e quella più vicina per arrivare a Stadtpark, luogo fidato di studio, di relax, d'incontri. Le mie incessanti processioni fino all' Hundertwasser Haus (passeggiata, tram 0, passeggiata) per andare a vedere e rivedere l'ultima mostra esposta e camminare sui suoi pavimenti curvi. Notare dettagli che ti fanno sentire ancora più orgogliosi di essere italiani, vestirsi come si vuole senza prestare troppa attenzione allo specchio, sperimentare perchè fuori si trova di tutto e nessuno ti guarda. Le serate a mangiare la famosa cotoletta che io continuavo ad ordinare con la convinzione (sbagliata) di riuscire a finirla. I splendidi scorci viennesi, quando pensavo di conoscere la città, Vienna riusciva a sorprendermi....sempre. Il Museum Quartier di sera, sdraiata sugli enzos a provare tutti i tipi immaginabili di birra, recuperando gli anni in cui non me la sono mai filata in Italia. Camminare tra le sue vie a testa in su, immaginando gli appartamenti ospitati nei suoi palazzi storici e con la curiosità di un bambino entrare in alcuni e rimanere colpiti dalla loro bellezza. Il cibo austriaco tanto buono quanto grasso (diciamo la verità...) e non proprio adatto a tutti i giorni, la cipolla, ecco quella non mi manca affatto! Inventarsi nuovi piatti in cucina a qualsiasi ora del giorno, usando quel poco rimasto in frigorifero perchè anche se il supermercato era quasi dietro l'angolo a volte la pigrizia vinceva su tutto. Dopo aver cucinato lasciare soddisfatti i piatti alla coinquilina tedesca facendoli passare per specialità italiane (tanto i tedeschi che ne capiscono di cucina? :). E poi le visite dalla madrepatria. Quelli sono altri bei ricordi, giornate passate a curiosare la città con occhi diversi. Grazie a chi è riuscito a prendere (coraggiosamente!) un treno, un bus notturno per arrivare fino alla città di Klimt. Per aver condiviso con me questi sei nuovi e indimenticabili mesi della mia vita.
p.s.= foto scattate con La Sardina
Erika