Ritorna il festival Ananti de sa Ziminera: a Bauladu e Tramatza, tre giornate di incontri con scrittori, musica d’autore, biblioteche aperte di notte e cibo a chilometri zero.
Un fine settimana di grande interesse per gli appassionati di letteratura: dal 14 al 16 marzo, nei comuni di Bauladu e Tramatza, si svolgerà la quinta edizione del festival Ananti de sa Ziminera. Tre giornate di incontri con scrittori, musica d’autore, biblioteche aperte di notte e cibo a chilometri zero, per i due piccoli centri dell’alto oristanese sostenitori del binomio cultura e territorio.
Diffuso nelle case campidanesi, nei bar, nelle cantine, lungo le strade in pietra e nelle piazze, il festival richiama la tradizione dei racconti davanti al focolare, tipici della realtà contadina e vivi fino alla prima metà del novecento. Anni in cui, all’imbrunire, le famiglie si raccoglievano accanto al focolare e un narratore, circondato da attenti e
silenziosi ascoltatori, diveniva il protagonista della serata.
Attraverso la narrazione di contos e paristorias si impartivano lezioni importanti, si trasferiva morale, si invogliavano i più piccoli a seguire le regole del gruppo sociale. I contos erano telegiornale, spazio pubblicitario e spettacolo serale insieme. Ma con in più quel senso vivo di partecipazione umana che oggi il piccolo schermo ha reso quasi sterile 1 .
Il Festival Letterario Diffuso Ananti de sa Ziminera, si propone di rievocare quel tempo del racconto e quel momento di aggregazione sociale, facendo sedere davanti ad un camino scrittori, poeti, giornalisti, cantautori, esperti di letteratura, linguisti, politici, uomini e donne impegnati nel sociale e persone comuni, al fine di presentare libri di
recente pubblicazione, confrontarsi riguardo argomenti di attualità e riflettere sulle tematiche del territorio e della società contemporanea.
I vantaggi di un’iniziativa di questo tipo sono molteplici. Da cinque anni, le comunità di Bauladu e di Tramatza, insieme con il pubblico del festival, si ritrovano davanti ad un caminetto a condividere in maniera collettiva momenti di crescita culturale e civile. Un’agorà dall’alto valore simbolico e sociale, un modello di relazione nel quale la qualità dell’esperienza culturale fa da collante. Uno spazio in cui i fruitori del festival sono allo stesso tempo i protagonisti di questa costruzione condivisa.
Una partecipazione attiva della comunità agli eventi culturali è molto più importante del numero dei ‘biglietti staccati’ o delle presenze che si registrano al festival oppure ancora dall’indotto che potrebbe generare la manifestazione. Il beneficio economico sta nel produrre una società con la mente aperta, disposta a confrontarsi con il prossimo, che non ha paura del cambiamento e dunque capace di innovare. Un paese innovativo sarà maggiormente abile nel gestire una stagione di conflitto sociale (come quella che stiamo attraversando) e di affrontare le sfide del futuro.
> Il programma di venerdì 14
La quinta edizione della manifestazione si aprirà a Bauladu, venerdì 14 marzo alle ore 17.00 presso la casa Carta-Erdas, con la presentazione del libro “Alberi erranti e naufraghi” di Alberto Capitta. Il testo, editto da Il Maestrale e nominato come “Libro dell’anno” per il 2013 dal programma radiofonico Fahrenheit in onda su Radio3, sarà
presentato dallo stesso autore che dialogherà con Silvana Cintorino.
A seguire, alle ore 18.30 presso il centro servizi San Lorenzo, si terrà l’incontro dal tema “Identità e comunicazione in Sardegna” con Bachisio Bandinu ed il direttore del quotidiano L’Unione Sarda, Anthony Muroni. Saranno al centro del dibattito i temi del locale e del globale nella società contemporanea sarda, le modalità secondo le quali i sardi
riescono a comunicare la loro identità e posizionare nel mercato mondiale i loro prodotti
(materiali e culturali).
Spazio quindi agli incontri notturni nella biblioteca comunale: alle ore 21 lo spettacolo di narrazione di Roberta Mele dal titolo “Storia di Angela”, racconto di una ragazzina benestante, una nonna, un prete ed una famiglia che preferisce tacere per conservare l’onore e la rispettabilità. Una storia che si perde nella notte dei tempi e nei racconti delle nonne. Alle ore 21.30 il reading “Scolpiti al vento”: un omaggio a Costantino Nivola portato in scena da Mario Faticoni e Rita Atzeri (Il Crogiuolo), con le musiche di Marcello Garau. Lo spettacolo è tratto dal libro “Svegliatevi, Sardi!” di Mario Faticoni, frutto di un’intervista all’artista oranese nel lontano 1978 a New York e
recentemente pubblicato da AM&D edizioni.
Sarà la cantautrice pugliese Erica Mou, vincitrice del Premio della Critica Mia Martini a Sanremo Giovani nel 2012 con il brano “Nella vasca da bagno del tempo” e co-autrice della colonna sonora del film di Rocco Papaleo “Piccola impresa meridionale” girato nella penisola del Sinis, a chiudere la prima serata con il Dopofestival D’autore
presso casa Zoccheddu-Erdas.
Il programma di sabato 15
La giornata di sabato si apre alle ore 17, nella casa Carta-Erdas, con l’incontra tra Lucia Cossu e Vanessa Roggeri, quest’ultima autrice del libro “Il cuore selvatico del ginepro”. La Roggeri ci conduce in una magica e affascinante Sardegna dell’Ottocento per raccontare la commovente storia di Ianetta, una bambina che paga per una colpa non sua e che trova nell’amore di sua sorella la forza per sfuggire alla superstizione e all’odio che circondano la sua giovane vita. Il romanzo, pubblicato da Garzanti, ha avuto un grande successo, tanto da necessitare di numerose ristampe dalla sua uscita in libreria.
Alle 18.30, presso il centro servizi San Lorenzo, Vito Biolchini (giornalista e blogger, già direttore di Radio Press) incontra Romano Cannas (già direttore di Rai Sardegna) per un appuntamento dal tema “Da Radio Brada ai giorni nostri: le trasformazioni sociali in Sardegna attraverso le emittenti locali”, nel quale si cercherà di raccontare l’arco di storia sociale dell’isola che dalla fine degli anni Cinquanta giunge fino ai giorni nostri, segnando il passaggio da un’economia di tipo agropastorale ad un modello di sviluppo basato sull’industrializzazione e alla militarizzazione di alcune parti dell’isola.
Alle ore 21.00 per la sezione “biblioteche aperte” sarà ospite del festival Claudia Sarritzu, autrice del libro “La Sardegna è un’altra cosa”, un viaggio giornalistico delle vicende che hanno caratterizzato l’isola negli ultimi anni e allo stesso tempo un romanzo di un’intera generazione; alle 21.30 si parlerà del rapporto tra “Dante e la Sardegna” e dei riferimenti ai sardi nelle opere dell’importante autore fiorentino del trecento, con Federico Francioni e Vittorio Sanna.
A chiudere la serata alle ore 22.00, presso la casa Zoccheddu – Erdas, Max Collini (voce del gruppo Offlaga Disco Pax) e Jukka Reverberi (chitarrista della band Giardini di Mirò) con il progetto “Spartiti”: il duo emiliano, mira a contestualizzare le narrazioni in un ambiente che non si limiti alla sola sonorizzazione, portando le composizioni a un livello più profondo di interconnessione formale con i contenuti letterari.
> Il programma di domenica 16
Domenica 16 marzo si aprono le porte della casa campidanese Enna a Tramatza, per un duplice appuntamento nel pomeriggio: alle ore 17, si terrà un incontro dal tema “Coltivare il locale – Dialoghi cul cibo” con Alessandra Guigoni (antropologa culturale e food teller), Corrado Casula (presidente e coordinatore di Slow Food Sardegna) e
Roberto Petza (chef del ristorante S’Apposentu di Siddi, locale che ha recentemente ottenuto le “Tre Forchette” del Gambero Rosso). L’incontro mira a comunicare come il cibo, le sue valenze simboliche, la sua produzione e la trasformazione siano (o dovrebbero essere) un elemento centrale nella cultura e nelle politiche locali, mettendo inoltre l’accento sulla riscoperta del cibo come possibile fattore di attrazione per il territorio. A seguire, alle ore 18.30, gran finale con Francesco Abate, Stefano Guzzetti e Matteo Sau che porteranno in scena il reading “Un posto anche per me” dall’omonimo libro dell’autore cagliaritano.
Grazie alla rete creata con alcuni produttori enogastronomici del territorio, all’interno del festival si rinnovano gli aperitivi letterari a chilometri zero. La proposizione di produzioni enogastronomiche dell’Alto Oristanese e del Montiferru all’interno della rassegna vuole essere un invito esplicito a consumare tutti i giorni sulle nostre tavole i
prodotti del territorio in cui viviamo, un inno al sistema di filiera corta. Soprattutto in un periodo come quello attuale in cui ci si interroga sul futuro del comparto agropastorale nostrano.
La diffusione degli eventi, non solo sul territorio ma anche all’interno di ogni singolo paese, è mirata a far vivere agli autori ospiti e al pubblico del festival la realtà locale, in un’esperienza collettiva unica con i residenti. La ricerca dello scambio, dell’interazione e del confronto altro è infatti l’essenza stessa dell’idea di cultura degli
organizzatori del festival.
Oltre alle amministrazioni comunali di Bauladu e Tramatza, all’Unione dei Comuni Montiferru Sinis, al Sistema Bibliotecario del Montiferru, alla rete dei produttori enogastronomici del territorio, è da sottolineare l’importante lavoro portato avanti oramai da cinque anni dalla Consulta Giovani Bauladu ed il Servizio Civile InformAttivi di
Tramatza, su cui si regge l’intero apparato organizzativo dell’evento.