Anatomia del centrodestra o anatomia di un delitto?
Questa è una bella domanda, ma…. Dopo la batosta elettorale alle Europee di Forza Italia, si è aperta, com’era prevedibile, una seria discussione sul destino del centrodestra italiano.
Su questa materia squisitamente politica non è semplice dire qualcosa che possa servire veramente, anche se è indispensabile ribadire l’assoluta necessità contenutistica di un cammino unitario, magari di stampo federativo, parola tanto cara alla Lega, il quale, una volta compiuto, potrà misurare il tempo di maturazione per l’opportunità di eventuali elezioni anticipate.
Mi sento dire da amici che il centrodestra è finito ed io rispondo che non è vero che il centrodestra è finito. Non è vero che il centrosinistra è maggioranza nel Paese. E’ vero viceversa che con Matteo Renzi il PD ed il centro sinistra più in generale vince se non esiste una compatta e intelligente offerta politica alternativa al suo progetto politico o se preferite al suo “recinto politico”.
Nello scacchiere parlamentare si manifesta una rappresentazione limpida di quanto sussiste nella società e negli elettori moderati. Come vi sono ben quattro partiti di centrodestra, così vi sono quattro idee del centrodestra, sempre interne al fronte anti sinistra.
Fin dagli albori della civiltà umana le alleanze sono state viste come la possibile soluzione alle battaglie solitarie ed oggi come allora è d’obbligo cercare di unire tutti i partiti di centrodestra in una federazione al cui interno le singole componenti contino realmente secondo il loro peso elettorale.
Questo passaggio deve essere preceduto da una stesura di un programma condiviso dove i singoli valori e le proprie peculiarità non vengano meno o addirittura snaturate.
Solo in questa maniera sarà possibile creare una federazione unita capace di sconfiggere queste sinistre che tanto male stanno facendo alla nostra patria. Sorgono spontanee alcune domande: sono incompatibili i partiti di centrodestra tra di loro, oppure no ovvero le varie anime conservatrici, liberali, governative possono coesistere in una federazione univoca del centrodestra?
Sicuramente l’NCD raffigura soprattutto, anche grazie alla presenza affine dell’UDC, il comparto governativo ed etico. Con queste due categorie s’intende, e i recenti casi di fondazione eterologa lo dimostrano, un ancoraggio politico ad alcuni valori antropologici sottratti alla libertà (natura, vita, famiglia) e minacciati, nonché l’adozione di un valore collaborativo e democratico d’inserimento di tali idee nell’effettività concreta delle scelte di Governo.
Anche Lega e Fratelli d’Italia sono portatori di valori non appartenenti alla tradizione liberale in senso stretto, riassumibili nel principio conservatore di comunità, declinato in senso locale e nazionale. Pensare un Paese come comunità, o come complesso di comunità, significa ritenere che l’orientamento della politica debba salvaguardare e implementare le identità costitutive dei popoli sopra le singole esigenze individuali o sociali in senso largo. Di qui proviene l’idea restrittiva su immigrazione ed Europa di queste due destre.
Forza Italia, invece, almeno teoricamente raccoglie l’area tipicamente liberale. Non mi stupisce che Berlusconi abbia sostenuto recentemente la causa dei cosiddetti diritti civili, perché è coerente all’idea che il valore della libertà singola e di gruppo rappresenti il vero perno che tiene allacciato il centrodestra alla visione anticomunista.
L’osservazione è che queste tre anime si riducono fondamentalmente a due: vale adire quella conservatrice, sia pure diversamente modulata, di NCD, Lega e Fratelli d’Italia, e quella liberale di Forza Italia.
Bene, se ciò è vero, allora è chiaro che il programma liberale di Forza Italia ha senso solo se unito a quei valori universali o comunque generali, professati e difesi dall’NCD, e questi ultimi hanno senso unicamente se sono incarnati in comunità locali e nazionali, bisognose di sicurezza e di salvaguardia.
Il centrodestra italiano può essere federato, perché soltanto tutto insieme è coerente. D’altronde, esclusivamente quando si parte da un’idea indisponibile e assoluta di persona umana, e quando questa è concepita come base delle comunità, si costituiscono realmente e concretamente i riferimenti non liberali ma sociali della linea liberale di centrodestra e nelle grandi riforme individuali garantite e professate da Forza Italia.
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