Lo sapevate che un chewing-gum ci impiega ben 5 anni ad essere ‘digerito’ dal terreno su cui l’avete indifferentemente gettato?
Ebbene sì, la maggior parte delle sostanze che noi produciamo e utilizziamo nella normale vita quotidiana, non sono biodegradabili, o meglio, hanno tempi incredibilmente lunghi, in proporzione alla loro misure. Come funziona la biodegradabilità? Esiste in natura un batterio in grado di estrarre degli enzimi particolari dalle sostanze organiche, come ad esempio la carta, che le decomporranno in elementi più semplici per poi permettere l’assorbimento da parte del terreno. Esistono però materiali inorganici che a causa della loro composizione chimica, non possono essere assorbiti dal suolo, rimangono quindi immutati nel tempo, contribuendo così all’inquinamento. La plastica, ad esempio, è un prodotto non biodegradabile, è formata da carbonio, idrogeno e ossigeno: questi elementi, presi singolarmente, sarebbero decomponibili, ma tutti insieme formano una molecola troppo complessa per essere decomposta in natura. E’ stata inventata quindi la bioplastica, per l’appunto biodegradabile, composta da materie prime rinnovabili annualmente. Il tempo di smaltimento di una busta per la spesa in bioplastica, ad esempio, è di qualche mese, a differenza dei 1000 anni di una busta normale.
Sono sempre più numerosi i prodotti biodegradabili e reciclabili che stanno entrando nell’uso comune. Dai contenitori in polpa di cellulosa alle posate in MaterBi, ossia un nuovissimo materiale a base di amido di mais, guanti, penne e detersivi a base vegetale che rivelano interessanti vantaggi, anche rispetto alla ormai consueta lavorazione diriciclaggio dei materiali.
La biodegradabilità permette innanzitutto una riduzione dei costi di smaltimento nelle discariche, meno energie impiegate nella compressione dei rifiuti, meno emissione di fumi tossici negli inceneritori e persino una produzione di contenitori alimentari meno nocivi e propensi all’alterazione dei cibi, per non parlare della riduzione notevolissima dell’impatto sull’ecosistema in cui viviamo.
Ecco una tabella dei prodotti NON biodegradabili e del tempo che ci impiegano ad essere assorbiti dalla natura:
fazzoletti di carta 3 MESI
torsolo di mela 3-6 MESI
giornali 3-12 MESI
sigarette 5 MESI
fiammiferi 6 MESI
buccia di banana 2-3 ANNI
chewing-gum 5 ANNI
lattina di alluminio 10-100 ANNI
accendino di plastica 100 ANNI
bottiglia di plastica DA 100 A 1000 ANNI
sacchetto di plastica (non biodegradabile) 100-1000 ANNI
pannolini 500 ANNI
polistirolo 1000 ANNI
bottiglia di vetro 4000 ANNI
Pensiamoci un attimo prima di gettare qualcosa per terra, alle generazioni future non piacerebbe ricevere come patrimonio ‘storico’ i nostri rifiuti!!